Troppi bergamaschi senza medico di base. Casati: «Serve una riforma radicale»
Il consigliere regionale del Pd elenca i punti chiave per rimettere al centro «questa importante figura professionale»

Prendete la prima città della provincia di Bergamo per popolazione, capoluogo a parte: Treviglio, con i suoi 31 mila abitanti. Il numero di bergamaschi che sono senza medico di base sono ancora di più di quanti ce ne stiano lì: hanno toccato infatti i 35 mila (cinquemila più rispetto al 2024).
Sul punto interviene il consigliere regionale del Pd Davide Casati, componente della Commissione III Sanità.
«Accesso non più regolato»
Casati spiega: «Il Ssn si regge sulla figura del medico di base che è il primo filtro per l'accesso alle prestazioni sanitarie e venendo meno questa figura preziosa il servizio collassa con ricadute sui pronto soccorso (quasi il settanta per cento sono accessi in codice bianco e verde) rendendo di fatto l'accesso al Ssn non più regolato e controllato. E guardando le proiezioni, da qui al 2030 il numero dei medici di base che andranno in pensione è maggiore di quelli che lo diventeranno purtroppo».
La riforma proposta da Casati
Casati prosegue proponendo un vero e proprio elenco di una «riforma radicale che metta al centro questa importante figura professionale»:
- prevedendo la specializzazione universitaria (oggi sono previsti percorsi formativi regionali post laurea) per diventare medico di base;
- prevedendo nel precedente percorso universitario per la laurea in medicina dei moduli specifici sulla medicina di base per poter far conoscere a tutti i corsisti questa importante figura;
- aumentando le borse di studio per chi sceglie la specializzazione in medico di base essendo oggi valorizzata meno della metà di chi opta per una specializzazione ospedaliera;
- fornendo le case di comunità hub e gli ambulatori spoke in cui si pratica la medicina di gruppo di attrezzature e tecnologie moderne per gli esami con la collegata formazione necessaria a favore dei medici;
- prevedendo risorse economiche a favore di chi intraprende la professione di medico di base vincolate alla copertura delle spese amministrative (es. attività di segreteria) per ridurre il peso burocratico in capo ai medici che riduce il tempo a disposizione delle visite dei pazienti;
- prevedendo degli incentivi per consentire ad un medico di base di esercitare la professione nelle aree interne più lontane dal centro.