Utero in affitto, l'ordine del giorno a Palazzo Frizzoni divide la maggioranza
La richiesta da Filippo Bianchi di Fratelli d'Italia, il sindaco Giorgio Gori non condivide la pratica ma vota contro il testo
Una seduta del Consiglio comunale complicata, quella della serata di ieri (lunedì 17 aprile) a Palazzo Frizzoni: dopo l'attesa di due anni, in cui era rimasto tra gli ordini del giorno ancora da discutere, è arrivato in aula quello sull'utero in affitto, poi respinto dai numeri al momento del voto. La richiesta era arrivata da parte di Filippo Bianchi, esponente di Fratelli d'Italia, che aveva chiesto di condannare la pratica in qualsiasi parte del mondo fosse compiuta.
Il tema, come riportato dal Corriere Bergamo, è però risultato divisivo anche tra i gruppi della maggioranza, tant'è che lo stesso sindaco Giorgio Gori, pur affermando che la gestazione per altri «non è una buona cosa», ha deciso di votare contro dopo le motivazioni arrivate dal centrosinistra. La consigliera del Pd Romina Russo, infatti, ha spiegato che pur giustificata come «difesa delle dignità della donna» nel testo, forse dietro la richiesta poteva esserci altro. «Nel caso della maternità surrogata - ha dichiarato Russo - non ci sono i presupposti per costituire un reato universale quando in altri Stati, a determinate condizioni, è consentita e lecita. E non si può non tenere conto che la narrazione con cui viene presentata questa legge colpisce soprattutto le famiglie arcobaleno».
Altre forze hanno evitato di prendere una posizione netta sull'argomento, tra cui Ambiente partecipazione e futuro, con il consigliere Monica Corbani, astenuta, a indicarlo come una discussione politica e non accademica, promossa da un partito che non sempre avrebbe approvato l'applicazione della legge 194. Oppure patto per Bergamo, con Simone Paganoni ad affermare che «Non tocca a noi occuparci di questo tema» e ad accusare la Lega di aver volutamente prolungato gli interventi precedenti, allo scopo di evitare la discussione. e Lista Gori con Massimo Bottaro ad ammettere che la questione, in effetti, divideva anche il suo schieramento. Vota contro la mozione Sonia Coter dei Cinque Stelle: «Preferirei si dichiarasse reato universale la pedofilia».
L'unico intervento a favore è arrivato da Danilo Minuti di Bergamo Ideale, che ha affermato come «dietro questa pratica emerge la società mercantilistica. I desideri non possono essere confusi con i diritti».