Giù le mani da Gasp, re del turnover Ma i leoni da tastiera non lo sanno

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Chissà se i leoni da tastiera che hanno ironizzato sulla formazione scelta da Gasperini per affrontare la Juve allo Stadium, hanno mai letto Eco. No, non è il giornale locale di Bergamo, con 22.719 copie vendute in edicola il ventiquattresimo quotidiano nella classifica ufficiale di novembre 2017, stilata dall'Accertamento Diffusione Stampa (Ads). Eco, di nome fa Umberto: semiologo, filosofo, scrittore, traduttore, accademico e bibliofilo italiano del quale, il 19 febbraio scorso, è ricorso il secondo anniversario della morte. Eco è stato un gigante di statura mondiale della cultura e, fra la montagna di riconoscimenti planetari che gli sono stati attribuiti, è stato insignito di quaranta lauree honoris causa. Nel 2015, a Torino, ritirando quella in Comunicazione e Culture dei Media, assegnatagli dall'ateneo di Torino, l'autore de Il Nome della Rosa e Il Pendolo di Foucault, ha dichiarato: «I social permettono alle persone di restare in contatto fra loro, ma danno anche diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano al bar dopo un bicchiere di vino e ora hanno lo stesso diritto di parola dei Premi Nobel. Il grande problema della scuola oggi è insegnare ai ragazzi come filtrare le informazioni di Internet. Anche i professori sono neofiti di fronte a questo strumento. La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità. I giornali dovrebbero filtrate con équipe di specialisti le informazioni di Internet perché nessuno è in grado di capire oggi se un sito sia attendibile o meno. Saper copiare è una virtù, ma bisogna paragonare le informazioni per capire se siano attendibili o meno».

Ecco, qui sta il punto, anche quando si parla di calcio. Qui si tratta di opporsi a un'ignoranza crassa. Con la "c", per chi pensasse a un refuso o al tratto terminale dell'intestino. Invece, nel registro letterario, trattasi di aggettivo con il quale ci si riferisce a chi voglia concionare senza sapere, con superficialità e faciloneria. Gasperini è stato attaccato in modo ottuso e volgare, in quanto reo di avere programmato il cambiamento di nove undicesimi della formazione da opporre alla Juve rispetto a quella che, soltanto 67 ore e 15 minuti prima, aveva mandato in campo a Reggio Emilia contro il Borussia. E allora? Gasperini il turnover l'ha sempre sistematicamente fatto, dall'inizio della stagione, ma i leoni da tastiera non lo sanno. O fanno finta di non saperlo. Rinfreschiamo loro la memoria: 2 gennaio 2018, Napoli-Atalanta 1-2, quarto di finale di Coppa Italia, Napoli eliminato; Gasperini cambia sette undicesimi della formazione che, quattro giorni prima, a Bergamo, è stata sconfitta dal Cagliari 1-2 nella diciannovesima giornata di campionato. Strano che, all'epoca, non fossero stati lanciati strali dai bar dei social e nessuno avesse contestato Gasperini per le sue scelte, clamorosamente vincenti. 6 gennaio 2018, Roma-Atalanta 1-2, ventesima giornata di campionato: Gasperini cambia tre undicesimi rispetto a Napoli. 15 febbraio 2018, Borussia Dortmund-Atalanta 3-2, andata dei sedicesimi di Europa League: Gasperini cambia quattro undicesimi rispetto alla formazione che, cinque giorni prima, a Crotone ha pareggiato 1-1 con la squadra di Zenga. 18 febbraio 2018, Atalanta-Fiorentina 1-1, venticinquesima giornata di campionato: Gasperini cambia sei undicesimi rispetto alla formazione schierata a Dortmund; 22 febbraio 2018, Atalanta-Borussia Dortmund 1-1, ritorno dei sedicesimi di finale di Europa League: Gasperini cambia sei undicesimi rispetto alla formazione schierata contro la Fiorentina. Nell'arco delle quattro partite giocate dall'Atalanta prima del rinvio della gara con la Juventus, soltanto Cristante e de Roon hanno giocato sempre: due giocatori su undici. Gli altri sono sempre cambiati. Tutto il resto è una mandria di bufale che pascola nel web. La cui eco, con la "e" minucola, rimbomba nel nulla.

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