La posta degli amori sfigati Non c'è amore senza un ex

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Cara Alba,
C’è un film che amo e che, allo stesso tempo, mi mette un’ansia pazzesca. È Sliding Doors. Lo amo perché lo trovo, nella sua banalità narrativa, vero. Mi mette l’ansia, invece, perché temo di aver perso anche io nella vita delle occasioni. E non sempre per colpa mia, ma a volte invece sì. Come con Matteo, che ho consapevolmente lasciato perché temevo di non reggere il suo ritmo. Anzi, per essere sincere perché NON reggevo il suo ritmo. La nostra era una storia estenuante nei suoi sali e scendi, massacrante nella sua logorante passione, ingestibile nelle sue (e dunque nostre) psicosi. Non sono una ragazza che cerca il brivido, tutt’altro. Aspiro solamente alla serenità. E così, alla fine, ho scelto Alberto. Bello, bravo ragazzo, dolce, brillante e simpatico. Mi ha fatto una corte pazzesca e ho ceduto. Mi piace il mio Albi, amo stare con lui e condividere la nostra vita. Veramente. Solo che quando mi metto a letto, ogni tanto, prima di addormentarmi ripenso a Matteo. E a quelle porte che ho deciso di lasciare che si chiudessero davanti al mio naso. Dove sarei ora se fossi salita sul suo treno? Dove saremmo noi? Probabilmente ci saremmo schiantati da qualche parte, in una galleria della vita. Sì, probabilmente è così. Eppure ho come la sensazione che questa sia soltanto una risposta che mi do per giustificare la mia mancanza di coraggio. Credo che non guarderò più Sliding Doors.
Carola

 

Cara Carola,
Quanti danni ha fatto la commedia americana. Quante insidie in certe sceneggiature. Era la fine degli Anni Novanta, gli Aqua cantavano la colonna sonora mentre Gwyneth perdeva e prendeva metro, e noi ci chiedevamo se lei stesse rincorrendo il suo destino o se il suo destino stesse rincorrendo lei. La distanza tra possibile e reale è quella incolmabile tra due mondi paralleli o sta al di là o al di qua di una porta scorrevole? Forse quella che stiamo vivendo è solo una delle possibili vite; e le altre? Sarebbe lo stesso? Meglio, peggio? Possiamo decidere? Domande dai contorni filosofici e, dunque, senza risposta. Quello che conta, però, è la distanza fra te e il tuo presente. «Aspiro solamente alla serenità» e sognare o rimpiangere il brivido sono i due desideri contestuali onnipresenti in tutti, due forze uguali e contrarie che non si annullano. Non si sta in piedi senza un po’ di logorante passione e non si dura molto logorati dalla passione. Contro il cuore, contro il brivido, contro Matteo, contro le porte scorrevoli della metro, a un certo punto si fa spazio quello che vale la pena di essere vissuto. Alberto esiste così perfetto solo dopo un Matteo e non c'è gloria nella difficoltà in amore, nessun premio per la sofferenza autoinflitta. Il cuore vince sempre, ma solo finché il cervello non gioca. E, prima o poi, gioca sempre.
Alba

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