Otto suggerimenti

I consigli dell'esperto: 8 regole per far funzionare la didattica a distanza

L'idea è quella di sfruttare appieno le potenzialità della tecnologia, interagendo e non limitandosi a guardare semplicemente uno schermo.

I consigli dell'esperto: 8 regole per far funzionare la didattica a distanza
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"Va bene, la didattica a distanza non è scuola, non condivido la decisione di chiudere le scuole superiori. Ma intanto usiamola questa didattica a distanza, magari provando qualche accorgimento".

Raffaele Mantegazza è un professore universitario che nel solco della pedagogia ha costruito un'intera carriera. Insegna, infatti, pedagogia interculturale, cura da anni un progetto di ricerca denominato "Pedagogia della resistenza", ha pubblicato, tra gli altri, "Manuale di didattica interculturale", "L'educazione e il male", "Educazione e poesia".

E non ce l'ha fatta a rimanere in silenzio in questo particolare momento, proprio su un tema "sensibile" come la didattica a distanza. Ecco quindi un vademecum per farla funzionare a dovere.

Didattica a distanza

E' uno degli argomenti del momento, e si sono già creati due fronti ben definiti: da un lato c'è chi proprio non vuole saperne della didattica a distanza, dall'altro lato, però, c'è chi sta provando a definire delle linee guida per definire un nuovo equilibrio, in modo che non vada sprecata l'occasione di sfruttare la tecnologia per l'apprendimento.

Didattica a distanza, un docente va oltre la polemica e offre una soluzione

Raffaele Mantegazza

Ecco le otto regole:

  1. Non chiedere a un ragazzo di stare 5 ore davanti al PC. Ridurre e riformulare gli orari.
  2. Dare ai ragazzi consegne per rendere la lezione più viva, per esempio chiedere ogni volta a un singolo o a un piccolo gruppo di preparare una presentazione multimediale di un argomento, un video, una ricerca in rete e presentarla ai compagni.
  3. Provare a proporre un giorno (di scuola, non la domenica) di totale disconnessione chiedendo però ai ragazzi di FARE SCUOLA tra loro, telefonandosi, chiamandosi, scambiandosi materiali con i cellulari, e il giorno dopo chiedere loro cosa hanno studiato e come lo hanno fatto.
  4. Se la lezione inizia alle 10 e magari ci sono due ore di fila della stessa disciplina, l’insegnante si connette dalle 10.30 alle 11.30 e i ragazzi dalle 10 alle 12. Nella prima mezz’ora preparano da soli domande e considerazioni sul tema della lezione, nella ultima mezz’ora preparano da solo una sintesi della lezione da presentare il giorno successivo.
  5. I ragazzi della classe quinta preparano un video su un argomento della disciplina appena studiato da presentare alla classe quarta per stimolare i compagni a crescere, e via via scendendo nella scala delle classi.
  6. I ragazzi della classe prima preparano un video per i ragazzi della classe seconda con domande sulla disciplina alla quale questi possono rispondere essendo più avanti nel programma, e via via salendo nella scala delle classi.
  7. Si fornisce un testo ai ragazzi e li si lascia soli in connessione chiedendo loro di usare tutti gli strumenti di Acrobat per evidenziare, sottolineare, correggere su una consegna precisa (es: un testo di Kant, lavoriamo sui riferimenti all’empirismo: un testo poetico, troviamo le metafore, le metonimie ecc.). Poi vediamo come hanno utilizzato Acrobat.
  8. Chiediamo ai ragazzi quali risorse informatiche utilizzerebbero per spiegare Hegel, Giotto, i limiti di funzioni e facciamo organizzare loro uno schema di lezione. Insomma, fantasia, colleghi!".

 

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