Sempre più italiani perdono i capelli per colpa dell’alopecia androgenetica. L’intervista al Dott. Emrah Cinik, tra cause, sintomi e soluzioni
Secondo una stima recente, ne soffre il 40% in media degli uomini italiani. La patologia colpisce in modo prevalente alcune aree della testa, come la fronte, la zona temporale e il vertice
La perdita dei capelli è una condizione che affligge moltissime persone, in prevalenza uomini in età adulta, ma anche donne e giovani. Molto spesso essa deriva da una patologia nota come alopecia androgenetica.
Il paese con percentuale più alta di calvizie maschile rispetto alla popolazione è la Repubblica Ceca, con oltre il 42% degli uomini adulti che soffrono della patologia. Seguono Spagna e Germania. L’Italia, con quasi il 40% della popolazione maschile colpita, è al settimo posto nel mondo.
Ma che cos’è l’alopecia androgenetica e perché fa cadere i capelli?
Il termine alopecia deriva dal greco alópex, ovvero “volpe”, in virtù della tipica perdita di peli a chiazze che interessa l’animale durante la primavera.
Il suffisso androgenetica deriva invece dal fatto che è causata prevalentemente da alcuni ormoni maschili specifici, noti appunto come androgeni.
L’alopecia androgenetica si manifesta solitamente in maniera progressiva sul nostro corpo.
Questo significa che chi ne soffre manifesta sempre più vistosamente l’assottigliamento dei capelli e, via via, anche la caduta.
Le cause dell’alopecia androgenetica derivano principalmente da fattori genetici. In altre parole si è maggiormente predisposti alla caduta dei capelli.
In modo particolare, uno dei responsabili principali è una sostanza nota con l’acronimo DHT, ovvero il diidrotestosterone.
Il DHT, prodotto a partire dal testosterone da enzimi specifici come il 5-alfa-reduttasi, si lega ai ricettori androgeni dei bulbi piliferi dei capelli.
Secondo il Dott. Emrah Cinik, chirurgo specializzato in trapianto di capelli della clinica Hair Hospital di Istanbul, il DHT provoca la graduale atrofizzazione dei follicoli, portando poi a caduta.
Oltre al fattore ereditario ci sono però altre cause. Ad esempio l’alimentazione, se povera di nutrienti fondamentali per i capelli come le proteine, i minerali o le vitamine, indebolisce i capelli che possono distaccarsi più facilmente.
In modo simile, anche abitudini sbagliate come il fumo o l’uso eccessivo di cosmetici o prodotti aggressivi può facilitare l’alopecia androgenetica.
Quali sono le soluzioni migliori per combattere l’alopecia androgenetica?
Secondo il Dott. Cinik, nonostante ogni caso sia a sé stante, esistono diversi percorsi per combattere l’alopecia androgenetica.
Una delle terapie più consigliate riguarda l’uso di medicinali da assumere oralmente o da applicare localmente, come finasteride o minoxidil. Finasteride agisce inibendo l’enzima 5-alfa-reduttasi dal produrre DHT, e quindi determina un’interruzione del processo di caduta di capelli, mentre minoxidil migliora l’apporto di nutrienti e allunga la fase di crescita anagen dei capelli.
La soluzione definitiva per l’alopecia androgenetica, e in generale per la caduta dei capelli, è però l’autotrapianto di capelli.
Questa soluzione è l’unica che permette di far ricrescere quei capelli definitivamente caduti e di riottenere una chioma folta.
In base alle aspettative individuali e alla distribuzione dei capelli del paziente, il trapianto di capelli può essere eseguito secondo diverse tecniche, come la FUE o la STRIP, che hanno procedure diverse e anche risultati diversi.