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Interior design per la generazione Z: uno sguardo alle preferenze dei giovani

Interior design per la generazione Z: uno sguardo alle preferenze dei giovani
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Il campo dell’interior design è in costante evoluzione, basti vedere i cambiamenti intercorsi negli anni: solo guardando all’ultimo secolo si è passati dall’Art Nouveau, dalle forme organiche e curve fluide e impiego di materiali innovativi come il vetro; al modernismo fatto di linee pulite, forme geometriche e materiali industriali capaci di generare un design accessibile a tutti; allo stile post-moderno, estremamente sperimentale e ironico; arrivando fino a quello contemporaneo, improntato sull’uso di materiali ecologiche e tecnologie innovative inglobate nei contesti abitativi. 

Insomma, l’architettura degli spazi interni si modifica attraverso le epoche a seconda delle tendenze, della tecnologia, della cultura e delle esigenze sociali che emergono di volta in volta, proprio perché non è un’entità a sé stante ma entra in stretto contatto con l’essere umano. Ed è per questo che l’interior design continuerà a evolversi anche in futuro. Stanno già emergendo segni di un nuovo mutamento e arrivano direttamente dalla generazione Z

Cosa cercano i giovani nella loro prima casa

Sebbene non sia il periodo storico migliore per acquistare una nuova casa, specialmente per la generazione Z, composta da giovani nati tra il 1997 e il 2012, questi, in attesa di rendersi indipendenti, hanno però già le idee chiare su ciò che vogliono e su cosa non scendere a compromessi. Gli spazi esterni, anche un semplice balcone, sono imprescindibili e le case di dimensioni contenute, sia per questioni economiche ma anche per comodità di gestione, sono le tipologie predilette. 

Tanti preferiscono appartamenti collocati nei centri cittadini (anche se spesso il rischio è che siano più costosi) per essere vicini ai luoghi di lavoro e d’interesse, così da spostarsi il meno possibile con l’auto o magari, specialmente nelle metropoli, non doverla comprare del tutto. 

Essendo nativi digitali, i giovani della generazione Z desiderano una casa iperconnessa e, essendo più attenti alla questione ambientale, cercano di adottare uno stile di vita meno consumistico e improntato alla durevolezza dei mobili e degli oggetti, acquistando solo quelli strettamente necessari e abbracciando così uno stile minimalista

Un’abitazione domotica

Come si traduce tutto questo rispetto alla progettazione d’interni? Sicuramente nella costruzione degli spazi si guarda molto alla funzionalità. Gli ambienti si fanno fluidi, mutevoli, per abitare sia la sfera privata che quella professionale, visto che la generazione Z è anche quella dello smartworking. Un’area della casa sarà dunque composta da arredi ergonomici (regolabili o addirittura pieghevoli da riporre una volta terminata la giornata lavorativa), luci regolabili e delimitata da elementi fisici che consentano una separazione mentale, oltre che fisica, dello spazio, permettendo di concentrarsi al meglio durante le ore di lavoro. La tecnologia diventa protagonista degli ambienti, sia lavorativi che del tempo libero: l’automazione domestica è una priorità dei nativi digitali che vogliono controllare da remoto luci, riscaldamento e sistemi di sicurezza attraverso gli assistenti vocali o direttamente dallo smartphone mediante app. Anche le zone adibite al tempo libero sono progettate per l’intrattenimento digitale: schermi grandi, impianti audio avanzati, divani confortevoli e regolabili con possibilità di stendere le gambe frontalmente e godersi sessioni di giochi in streaming o semplicemente un bel film. 

Arredamento attento all’ambiente

Come anticipato, i giovani hanno una spiccata sensibilità ambientale e prestano attenzione a come le loro azioni impattano sull’ecosistema. Per questa ragione, anche rispetto all’interior design, vengono compiute precise scelte legate non solo alla composizione del mobilio e degli accessori. Di certo la scelta dei materiali rimane una priorità: la generazione Z predilige mobili e finiture in materiali riciclabili o provenienti da fonti sostenibili come legno, bambù, plastica riciclata, tessuti naturali o biodegradabili per tende e tappezzerie. 

Gli sprechi vengono ridotti al minimo, cercando di avere una visione a lungo termine, ed è per questo che si ricercano mobili modulari e multifunzionali sempre sfruttabili e adattabili a qualunque esigenza. 

Viste le minori disponibilità economiche, i nativi digitali optano anche per il riciclo di vecchi oggetti e accessori, a cui cercano di dare nuova vita combinandoli magari a elementi più moderni. In questo modo non solo salvaguardano l’ambiente riutilizzando un elemento d’arredo che altrimenti sarebbe finito in discarica, ma mettono in mostra la loro individualità e creatività, aspetti che stanno iniziando ad assumere un’importanza sempre più cruciale perché se prima si tendeva all’omologazione, oggi si guarda più all’unicità di ciascuno.

Il minimalismo accogliente

Cercando di riassumere quali potrebbero essere le peculiarità ricercate dai nativi digitali rispetto all’espressione della propria personalità, che potrebbero trovare riscontro anche in studi di interior design a Bergamo e Brescia al passo coi tempi e le esigenze dei giovani d’oggi, sicuramente spicca il cosiddetto “minimalismo accogliente”, definito così perché coniuga colori neutri, linee pulite e spazi aperti (elementi che richiamano lo stile minimalista) a tocchi di colore e texture che rendono gli ambienti più accoglienti e caldi. L’idea di mixare tendenze diverse è un altro aspetto che caratterizza la generazione Z, conosciuta per abbracciare una vasta gamma di stili e influenze, anche nel design, creando combinazioni sorprendenti e originali. 

Proprio per differenziare la propria abitazione da tutte le altre, optano per oggetti unici e arte personalizzata, che sappia rispettare i loro gusti personali. 

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