Tutti pazzi per le criptovalute. Occhio al treno, che sia quello giusto!
Pare che proprio tutti ormai siano andati pazzi per le cryptovalute, anche dopo il nuovo crollo di Bitcoin. Dopo che Tesla ha annunciato di averne acquistato 1,5 miliardi, averne venduti una parte, e sempre tramite il suo CEO Elon Musk aver smesso di accettare pagamenti per le auto tramite questa crypto per via dell’importante contributo all’inquinamento dell’attività di mining, il mondo intero ha posto l’attenzione sul valore di questo nuovo asset (nuovo si fa per dire visto che ormai sono più di 10 anni che se ne parla) e il mercato viaggia a ritmi elevatissimi tra salite e discese spettacolari (anche se globalmente il trend è grossomodo rialzista). Quello su cui gli analisti ancora non si sono esposti e che potrebbe stravolgere le carte in tavola sarebbe l’ingresso sul mercato di una nuova e sfavillante tech company (Apple o Google per dirne due) che dall’oggi al domani dichiarino di aver aperto i propri wallet al trading di criptovalute.
Ma addentriamoci nel caso specifico: crypto. Ebbene, cosa sono? Beh, per quelli che negli ultimi anni abbiano fatto tappa fissa sulla luna, le criptovalute sono la nuova frontiera degli asset finanziari subito dopo esser stati la nuova frontiera dei pagamenti elettronici. Non è chiaro in che punto ci si trovi, se la prima frontiera sia stata sdoganata e poi superata oppure se la seconda sia sopraggiunta senza mai spiegare davvero le vele ed abbandonare la prima. Sta di fatto che molti negozi online accettano un piccolo numero di criptomonete (Bitcoin per la maggiore) e sta di fatto che un enorme, gigantesco, imponente numero di investitori privati accompagnati da un crescente interesse di quelli istituzionali ha messo al riparo (...) i propri soldi investendoli in questi “attestati di proprietà”. Eh già, perché di pura attestazione condivisa si parla: io riconosco che le dieci persone che mi circondano hanno qualcosa e loro riconoscono, tutti insieme, che io posseggo quel qualcosa ma in misura diversa; poi un giorno ci svegliamo e decidiamo di scambiare il grano che ci permette di mangiare con quel qualcosa. Nulla che non sia già stato fatto con le valute (quelle FIAT, non il brand automobilistico, ndr) che tutti conosciamo.
“E quindi?” starete ben dicendo. Quindi è il momento di non restare indifferenti, di tenere l’occhio sul dove si stia andando, perché volenti o nolenti di questo passo saranno portati con la corrente anche quelli che nuotano in senso opposto. E giusto per non dover condividere troppa acqua con i pesci più piccoli è forse il momento di dare uno sguardo.
Ad oggi, infatti, le cripto sono già ampiamente utilizzate come strumento alternativo ai buybacks azionari, come dimostrato dal caso di specie di MicroStrategy, azienda che per prima ha cominciato a emettere debito per finanziare acquisti di Bitcoin, invece che riacquisto di equity.
Non ci è chiesto, almeno a noi consumatori e piccolissimi investitori, di dotarci di sapere finanziario da dottorato, quantomeno di non lasciare che nuovi mercati ci travolgano portandoci alla perdita di tutti i nostri risparmi colpevoli solo di non esserci informati e aver voluto “osare” una mattina del 2025 in un altcoin senza senso. Al riguardo basta dare un’occhiatina alle guide che online ne parlano in modo (quasi) disinteressato, con un occhio al risparmio più che all’investimento vero e proprio, e di fonti così ce ne sono molte tra cui weboot e money oltre che i sicuramente densi articoli d’opinione de IlSole24Ore.