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Cenone di fine anno, crolla la spesa per famiglia

Cambiano le abitudini per l’ultima cena del 2020, a causa delle restrizioni anti-Covid

Cenone di fine anno, crolla la spesa per famiglia
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Cenone di fine anno, crolla la spesa per famiglia. Scende a 65 euro in media, con un calo del 32% rispetto allo scorso anno. Soprattutto per effetto delle restrizioni imposte dalle misure anti Covid con la chiusura forzata di ristoranti, pizzerie e agriturismi ma anche l’addio alle feste private ed ai tradizionali veglioni. E’ quanto emerge da una indagine Coldiretti/Ixe’ in vista del Capodanno per il quale si stima che la quasi totalità degli italiani (94%) ha deciso di consumare il cenone nelle proprie case. Per una media complessiva a tavola di meno di 4 persone (3,7) contro le 9 dello scorso anno. Una scelta obbligata dall’istituzione della zona rossa in tutto il Paese. Anche se c’è una minoranza di 3 milioni di cittadini (6%) che non rinuncia a festeggiare da parenti o amici approfittando della possibilità di ospitare al massimo due persone non conviventi.

Il Cenone di fine anno

Le famiglie costrette a casa durante il lockdown hanno riscoperto il piacere della cucina. Il 49% degli italiani che impegna più tempo ai fornelli rispetto al passato. Anche con una maggiore attenzione a giornali, tv e ai tutorial sulle ricette che spopolano sul web per l’importante appuntamento. Tra i prodotti, lo spumante si è confermato come il prodotto immancabile per otto italiani su dieci (81%) che hanno fatto saltare ben 63 milioni di tappi durante le feste di fine anno. Mentre è lo champagne francese a subire maggiormente gli effetti della crisi provocati dalla pandemia. Il numero di italiani che lo assaggeranno a fine anno praticamente dimezzato rispetto al 2019. Un risultato coerente con una decisa tendenza del 91% degli italiani a privilegiare quest’anno prodotti Made in Italy anche per sostenere l’economia e l’occupazione del territorio.

Menù tradizionali

Lo dimostra la decisa svolta verso menù tradizionali con le lenticchie presenti nel 78% delle tavole forse perché sono chiamate a portar fortuna. Tra le più note quelle del Castelluccio di Norcia Igp. Ma anche quelle inserite nell’elenco delle specialità tradizionali nazionali come le lenticchie di S.Stefano di Sessanio (Abruzzo), di Valle agricola (Campania), di Onano, Rascino e Ventotene (Lazio), Molisane (Molise), di Altamura (Puglia), di Villalba, Leonforte, Ustica e Pantelleria (Sicilia) o umbre quali ad esempio quelle di Colfiorito. L’interesse per le lenticchie è accompagnato dalla riscossa di cotechino e zampone presenti sul 66% delle tavole. Si stima che siano stati serviti – sottolinea la Coldiretti – circa 6 milioni di chili di cotechini e zamponi, con una netta preferenza per i primi.

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