Caro Babbo Natale, ti chiedo in dono tre regali
(di Fabio Gennari) Caro Babbo Natale, per quest’anno credo tu abbia già fatto grandi cose. Il tuo regalo per me e Sara è arrivato il 23 maggio, si chiama Federica. È bellissima, dolce e vispa, non potrei essere più fortunato. Però, tra un grazie per la salute mia e di quelli a cui voglio bene e per il lavoro che va a gonfie vele, voglio esagerare. Perché mi sento che sei più disponibile del solito.
E allora, caro Babbo Natale, voglio chiederti 3 regali per me e per tutta la gente dell’Atalanta. Ultras, tifosi, simpatizzanti e semplici bergamaschi che ogni mattina cercano notizie sulla Dea. Qui su BergamoPost, il giornale più bello che c’è, ma anche altrove. Sono cose semplici, semplicissime. Non pesano, almeno non ti affatichi che hai una certa età e stai sempre fuori al freddo, e secondo me puoi farti anche un po’ aiutare. Sei pronto? Partiamo.
Regalo numero 1.
Il primo regalo che ti chiedo, caro Babbo Natale, è una vittoria contro il Palermo. Non mi interessa molto di come arriverà, sono onesto. Spero tu possa apprezzare tanta schiettezza. Non stare a tirarti matto con bel gioco, tanti gol, azioni manovrate e colpi di genio dalla panchina: non serve. Mi bastano quei 3 punti. Anzi, vorrei davvero con tutto il cuore quei tre punti. Sono talmente importanti che non riesco nemmeno a scrivere quanto.
Una volta c’era uno di una squadra con la maglia bianconera che ha detto questa cosa: «Vincere non è importante, è l’unica cosa che conta». Credo si chiamasse Boniperti, stava dalle parti di Torino. Ora, lungi da me pensarla come uno della Juve ma, devo ammettere, che a questo giro quel concetto lo sento terribilmente mio. È inutile che ti elenchi i motivi di classifica che mi spingono ad una simile richiesta (al direttore Ongis i numeri piacciono poco e se scrivo con una vittoria andiamo a +5 dal Cagliari magari mi bacchetta…) ma visto che la classifica è lì da vedere, dai, fai uno sforzo. Sono solo 3 punti. Anche al noventaseiesimo, anche immeritati, anche giocando una pessima partita. Al Palermo non servono come all’Atalanta, vai tranquillo che non si offendono Zamparini e compagnia.
Regalo numero 2.
Il secondo regalo che ti chiedo, caro Babbo Natale, sono 3 giocatori nuovi per la Befana. Tu e la vecchietta con la scopa in che rapporti siete? Spero buoni, noi giochiamo a Genova proprio il 6 gennaio e se tu potessi dare una mano al presidente per portarci qualcuno che dia davvero un contributo alla squadra te ne sarei grato. Gilardino? Diamanti? Taarabt? Pandev? Ucan? Bergessio? Fai tu, dai. Non voglio metterti in difficoltà. Certo, “Alino” sarebbe il massimo m,a a Zingonia, ci sono Antonio, Luca, Pierpaolo, Giovanni e Beppe che sapranno consigliarti. E noi ci fidiamo.
Perché vedi, io sono convinto che qui ci siano già ragazzi che valgono molto. Però "non tutte le ciambelle escono con il buco", non tutte le stagioni sono uguali. E allora, se servono nuove forze per stare in serie A, spero che tu possa regalarcele. Qui la salvezza è importante, lo sappiamo tutti. Per 30 milioni di motivi. E quindi vogliamo gente che suda la maglia e ci aiuta a far restare l’Atalanta dove merita: nel massimo campionato italiano.
Regalo numero 3.
Caro Babbo Natale, il terzo regalo che ti chiedo è quello più complicato. Te lo dico prima, almeno capisci che sono consapevole di quanto valore abbia. E, soprattutto, te lo dico con il cuore. Lo stesso con cui seguo ogni partita (in casa e in trasferta) animato da una passione che a volte sembra esagerata ma che pulsa dentro. E come la vivo io, intensamente, vorrei che potessero viverla anche tutti gli altri amici che vengono allo stadio. Stando dentro allo stadio.
È un brutto momento. C’è chi non può entrare e si spacca la gola da fuori, c’è chi fuori ci resta per solidarietà e chi invece sulle tribune magari fischia quando non serve. Altri, tantissimi, cercano di sostenere la squadra, però è davvero brutto vedere uno spettacolo del genere. Non voglio triturarti il cervello provando a spiegare chi ha ragione e chi no, per colpa di chi o con quali criteri vengano fatte certe scelte. Però tu sei Babbo Natale, mica uno qualsiasi. E allora prova, per quanto puoi, a far tornare tutti dentro senza violenze e senza eccessi.
Perché l’Atalanta è bello viverla tutti vicini, magari arrabbiandosi come facciamo io e il mio amico Giacomino in tribuna stampa mentre Marco scrive lanci d’Ansa e Guido tiene d’occhio il Serina. Il calcio è una festa e, più si è, meglio è. Quindi forza, impegnati e dai una mano per riaprire lo stadio e le trasferte. Da gennaio, ovviamente: prima servono i tre punti e poi tre giocatori nuovi. Come dici? Sono pesanti? Li vengo a prendere io se mi dici dove, non fare sforzi. Che poi ti ammali e non riesci a consegnare tutti i pacchi. Ed i bambini, quelli piccoli e quelli un po’ più cresciuti, ci restano male.