Ragazzi, rendeteci orgogliosi Noi non ci stiamo più dentro

Ragazzi, rendeteci orgogliosi Noi non ci stiamo più dentro
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Questo pezzo non è per tutti. Lo scrivo subito, a scanso di equivoci. Giovedì l’Atalanta farà ritorno in Europa League dopo oltre un quarto di secolo e chi è atalantino comprende fino in fondo la portata di un evento simile. Chi guarderà con simpatia il cammino degli orobici pur tifando altre squadre, come prima domanda chiederà: «Cosa ha fatto l’Atalanta?». Chi invece da giorni non ci sta più dentro (è in questi momenti che fare il giornalista è un privilegio) si chiederà semplicemente: «Come è stato andare all’Atalanta?». È una prospettiva completamente diversa, qualcosa che scatena emozioni che ancora per un paio di giorni bisogna cercare di controllare.

 

 

Il messaggio che gira su WhatsApp. Nella serata di lunedì, attraverso WhatsApp ha iniziato a circolare questo messaggio: "Ai noni, ai minestrine e ai loro amici (che magari è la prima volta che fanno trasferta seria, senza alcuna polemica, è la storia...). Dovrebbe essere scontato ma giovedì a Reggio in maglia nerazzurra, bandiere e sciarpe, in qualunque settore voi siate. Vietati completi stile Longhi o da gita selfie. Siamo l'Atalanta e i suoi tifosi sono e saranno sempre unici e diversi. E abbiamo di fronte gli inglesi, dove molto è nato. È un grande onore affrontarli. Bei concentracc e tesi il giusto, andiamo in campo anche noi, ricordatelo a tutti. Mentalità e adoss!!!! Prego fare girare". A me è arrivato da un contatto interno all’Atalanta, ho subito inoltrato a diverse persone (giocatori compresi) e lo spunto per questo pezzo arriva proprio da lì. Perché l'unicità di noi atalantini deve venire fuori più che mai in questi momenti, va mostrata con orgoglio a tutti quanti. È qualcosa che non puoi spiegare a parole perché ognuno la vive a modo suo, ma di certo l’attesa in città è talmente forte che la si percepisce quasi al tatto. Sembriamo tutti levitare a un metro da terra, sorridiamo a 55 denti che nemmeno nelle pubblicità dei dentifrici.

Conta esserci, il risultato viene dopo. Giovedì al Mapei Stadium di Reggio Emilia conterà prima di tutto esserci. Atalanta-Everton è un appuntamento che tutta la tifoseria atalantina aspetta da oltre un quarto di secolo, ci saranno generazioni di nerazzurri sugli spalti e tutti, indistintamente, sono convinti che il risultato sia solo l’ultima cosa che conta. D’accordo, Gasperini ha parlato di obiettivo primario e di voglia di essere protagonisti, ma l’ambiente conosce benissimo la sua storia e la sua dimensione: rispettare le proprie origini non significa accontentarsi e prendere per buono ogni risultato ma essere consapevoli che prima di tutto conta esserci. E farsi guardare dall’Europa intera. I più anziani c’erano pure in Serie C, quelli mediamente maturi hanno ancora negli occhi la serata con il Malines, ma nell’era dei social e delle emozioni condivise sono i post dei più giovani a tradire un’attesa per qualcosa che fino ad oggi è stato vissuto soltanto nei racconti dei nonni e dei papà ai figli e che da dopo domani vivrà sul confronto e non più solo sul ricordo. Il mondo, grazie a Gasperini e all’anno dei record, si è ribaltato e adesso che siamo in ballo balleremo, ma con la consapevolezza che sarà una gran fatica andare avanti. Poco importa, siam bergamaschi, abbiamo il carattere forte.

 

 

Messaggio per i giocatori: avanti senza paura. Il messaggio più importante è per i giocatori dell’Atalanta. Qualcuno di loro legge BergamoPost (così come ovviamente gli altri giornali che parlano di Atalanta e calcio in generale) e quindi mi faccio carico di un messaggio che, sono sicuro, sta nel cuore di tutti i nostri tifosi. Giovedì sera, cari protagonisti nerazzurri, a Reggio Emilia avrete l’onore di riportare in Europa una maglia che rappresenta una città e una tifoseria tanto piccola e semplice quanto tremendamente attaccata alla sua passione. I nuovi arrivati ancora non lo hanno capito ma voi che siete qui da più tempo (Gomez, Masiello, Toloi, de Roon e tutti gli altri) sapete perfettamente quanto amore ci sia nella gente che vi seguirà: dall’avvocato al muratore, senza nessuna distinzione. La cosa più importante di tutte non sarà il risultato, non lo è mai stato. Qui c’è un popolo che ha applaudito sconfitte pesanti e retrocessioni da ultimi in classifica, non è questo il problema. I tifosi della Dea vogliono vedervi lasciare in campo ogni goccia di sudore; se mangerete l’erba, fuori sarà una bolgia, statene pur certi. Giocherete in undici contro undici, ma un popolo intero è al vostro fianco, pronto a sostenervi con la passione viscerale che ogni atalantino si porta dentro. La potremmo definire “esaltazione dell’emozione”: se saprete cavalcare tutta questa energia positiva, degli inglesi ne farete un sol boccone. È solo la prima gara, non sarà decisiva, ma per il vostro popolo, per la vostra gente, per chi mangia pane e Atalanta, la partita di giovedì rappresenta il sogno che si avvera. Rendeteci orgogliosi di voi.

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