firmamento in Bergamasca

Guida Michelin 2026: Da Vittorio si conferma tristellato, Mattia Pecis di Clusone miglior giovane chef d’Italia

Con 394 stelle complessive all'interno del nostro Paese, siamo al secondo posto al mondo per ristoranti nell'alta cucina

Guida Michelin 2026: Da Vittorio si conferma tristellato, Mattia Pecis di Clusone miglior giovane chef d’Italia

Sono arrivate oggi (mercoledì 19 novembre) due notizie che hanno fatto brillare Bergamo, di nuovo. Il ristorante Da Vittorio si conferma ancora una volta tra i grandi della cucina italiana mantenendo le sue tre stelle Michelin anche nella nuova Guida 2026, presentata oggi – appunto – a Parma.

Nello stesso giorno in cui la famiglia Cerea festeggia, un altro bergamasco si prende la ribalta: il 29enne Mattia Pecis, originario di Clusone e oggi in cucina da Cracco a Portofino, è stato premiato come miglior giovane chef d’Italia, ottenendo anche la sua prima stella Michelin.

Pecis aveva già fatto parlare di sé: nella classifica di “The best chef 2025”, la manifestazione che a Milano, ogni anno, premia i migliori cuochi professionisti del mondo, era uno dei quattro bergamaschi riconosciuti.

Da sinistra, Carlo Cracco e Mattia Pecis

I bergamaschi alla cerimonia, dietro e sopra il palco

Tra i protagonisti della Guida 2026 anche Angelo Agnelli, amministratore delegato della Baldassare Agnelli Spa, chiamato a consegnare il titolo di “Opening of the year” al ristorante Madrigale.

Insomma, la Bergamasca, anche dietro le quinte, continua a giocare un ruolo importante nel mondo dell’alta ristorazione.

Che stellata in Bergamasca!

Oltre al “gigante” di Brusaporto, Da Vittorio, la provincia conserva con orgoglio il suo patrimonio gastronomico. In Città Alta brilla ancora Villa Elena con le sue due stelle, mentre il tema della sostenibilità porta in alto le realtà di Contrada Bricconi di Oltressenda Alta (che conferma la stella ricevuta l’anno scorso) e l’Agriturismo Ferdy di Lenna, premiati entrambi con la Stella Verde.

La squadra dei ristoranti bergamaschi con una stella resta ampia: da Cucina Cereda di Ponte San Pietro a Impronte nel cuore della città, passando per Il Saraceno di Cavernago, Osteria degli Assonica a Sorisole, LoRo a Trescore, San Martino a Treviglio e Osteria della Brughiera a Villa d’Almé. Insomma, in provincia con il cibo ci sappiamo fare.

Cosa dicono i Cerea 

La famiglia Cerea del ristorante Da Vittorio

La famiglia Cerea proprio in queste ore condivide il proprio entusiasmo per la riconferma stellata:

«Tre Stelle Michelin riconfermate per il 2026. Ogni anno la guida Michelin ci invita a fermarci un istante, respirare e guardare con gratitudine il percorso che stiamo costruendo. Oggi, con profonda emozione, celebriamo la riconferma delle tre stelle anche per il 2026. Un riconoscimento che non diamo mai per scontato. È la sintesi del lavoro quotidiano della nostra famiglia e di ogni persona che, dentro e fuori le cucine, rende possibile ciò che siamo: un’idea di ospitalità che nasce dalla visione di papà Vittorio e che continua a vivere attraverso impegno, ricerca, passione. Grazie alla Guida per la fiducia, ai nostri ospiti per l’affetto con cui ci accompagnano, e al nostro team per la dedizione, il talento e la luce che portano in ogni servizio. Il viaggio continua. Con lo stesso entusiasmo, la stessa responsabilità, la stessa voglia di emozionare».

Italia al secondo posto nel mondo 

Guardando alla fotografia nazionale, la Guida Michelin 2026 conferma l’Italia come una delle patrie mondiali dell’alta cucina. Le stelle complessive sono 394: un numero che tiene il nostro Paese al secondo posto nel mondo per ristoranti stellati.

I nuovi tristellati salgono a quindici grazie all’ingresso de La Rei Natura di Serralunga d’Alba, guidato da Michelangelo Mammoliti.

Accanto ai grandi nomi come Villa Crespi, Piazza Duomo, Le Calandre e naturalmente Da Vittorio, la guida celebra anche due nuovi ristoranti che conquistano le due stelle: Famiglia Rana a Oppeano, aperto da poco più di un anno, e I Tenerumi a Vulcano, dove lo chef Davide Guidara porta in tavola un sorprendente universo vegetale.

La generazione under 35

La selezione di quest’anno mette in luce una forte spinta giovane. Molti dei nuovi stellati hanno meno di trentacinque anni e portano con sé un approccio fresco, curioso e sempre più attento alla sostenibilità e al mondo vegetale.

Si va dai talenti del Trentino Alto Adige ai ristoranti che stanno ridisegnando la cucina ligure, dalle nuove insegne toscane fino alle aperture del Lazio e delle Marche. In Liguria, ad esempio, la cucina di Carlo Cracco, Cracco Portofino – dove lavora proprio Mattia Pecis – affianca il ristorante Rezzano Cucina e Vini, mentre in Lombardia le stelle si accendono su Milano, sul Garda e su Varese.

Anche il Sud brilla con nuove firme tra Campania, Abruzzo e Sardegna, mentre in Emilia Romagna e Toscana arrivano conferme importanti di un percorso che continua a crescere.

Altri nomi da tenere d’occhio 

Accanto a Pecis, si fanno notare figure come Jorg Giubbani in Liguria, Marco Verginer in Alto Adige, Riccardo Forapani e Virginia Cattaneo al Cavallino di Maranello, oltre all’executive chef Alessandro Lucassino del ristorante Alain Ducasse a Napoli e Fabrizio Regine, anima del ristorante Umberto a Mare a Ischia.