Lieto fine

Dario Crippa oggi torna in Italia: attesa a Bergamo per il giovane della Flotilla

Il 25enne non faceva parte del gruppo di 26 italiani già rientrati da Israele la scorsa settimana

Dario Crippa oggi torna in Italia: attesa a Bergamo per il giovane della Flotilla

Tornerà oggi in Italia Dario Crippa, il 25enne bergamasco che ha partecipato alla Global Sumud Flotilla, la missione diretta verso Gaza per tentare di rompere il blocco israeliano. Il giovane non era tra i ventisei italiani fermati e successivamente decollati da Israele per Istanbul. Su quell’aereo viaggiavano coloro che avevano firmato il foglio di rilascio volontario. Altri quindici attivisti, invece, hanno scelto di non firmare, preferendo attendere l’espulsione coatta per via giudiziaria.

Ieri sera è arrivata la conferma ufficiale del ministro degli Esteri Antonio Tajani: «Gli attivisti prenderanno un volo charter per Atene. Saranno assistiti dalla nostra ambasciata sia alla partenza sia in Grecia, nel trasferimento verso l’Italia».

Nel quartiere di Monterosso, intanto, cresce l’attesa per il rientro di Dario. «Ogni volta che esco di casa – racconta il padre Paolo al Corriere della Sera Bergamo – mi fermano decine di persone per ringraziare mio figlio e per esprimere solidarietà alla causa che sostiene. Mi dicono che pregano per lui, che scrivono alla sindaca per chiedere un sostegno alla Flotilla. Anche i bambini delle scuole hanno realizzato barchette di carta come gesto simbolico. È commovente vedere quante persone si sentono vicine agli ideali della Flotilla e alla libertà del popolo palestinese».

Dure condizioni in cella

Nel frattempo, ieri sera l’ex sindaca di Barcellona e attivista della Flotilla, Ada Colau, è arrivata ieri in tarda serata, insieme al consigliere comunale di Erc, Jordi Coronas, all’aeroporto di El Prat. «Ci hanno rinchiuso in un carcere di massima sicurezza – ha raccontato – dove non esiste Stato di diritto. Ci sono stati maltrattamenti e trattamento denigrante», ha denunciato. Al porto di Ashdod, in Israele, c’erano «centinaia di poliziotti che ci hanno umiliati, tenuti per ore in ginocchio, con la testa contro il suolo, senza darci acqua e tirandoci per i vestiti». L’esponente della forza di sinistra Comunes ha spiegato che, durante l’arresto e la detenzione, durata nel suo caso quattro giorni, «non abbiamo potuto fare la doccia, eravamo in 16 in una cella di sei metri per tre senza mai poter uscire per un’ora d’aria. Siamo rimasti totalmente isolati, senza poter avere contatti con le autorità consolari, avvocati o con le nostre famiglie»