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Riaperta la terapia intensiva Covid al Niguarda di Milano chiusa il 30 giugno

A tre mesi di distanza, i letti sono di nuovo occupati da malati di coronavirus con gravi danni respiratori.

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Solo il 30 giugno scorso medici e infermieri dell'ospedale Niguarda di Milano festeggiavano la chiusura del reparto di terapia intensiva dedicato ai pazienti Covid dopo quatro mesi di durissima emergenza.

A tre mesi di distanza, i letti sono di nuovo occupati da malati di coronavirus con gravi danni respiratori: un segno emblematico del fatto che la curva epidemiologica è tornata a salire, certamente più dei numeri che quotidianamente vengono snocciolati dalla Protezione civile.

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Riaperta la terapia intensiva al Niguarda

La seconda ondata sta arrivando prima del previsto, ne sono convinti in Francia e Inghilterra, le due nazioni più in difficoltà al momento. L'italia che oscilla fra 1500 e 2000 nuovi casi al giorno insomma non può permettersi di dormire sonni tranquilli.

Rispetto ai contagi dieci volte tanto in Francia, una situazione sotto controllo, ma il punto è che l'aumento di contagi si traduce proporzionalmente quanto inevitabilmente in una percentuale di malati anche gravi, piccola o grande che sia a seconda dei giorni.

"Al Niguarda sono tre al momento, nulla rispetto al centinaio di marzo, ma la media d'età s'è abbassata almeno a 50 anni - dicono i sanitari - La paura c'è adesso, li vediamo coi nostri occhi: non si può negare la cosa, negare la cosa è sbagliato".

Pronto soccorso e reparti Covid sono comunque isolati.

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