Lingua madre

A noi il freddo di questi giorni non fa paura. Anche perché “mani gelide, cuore caldo”

Occhio a cercare “ol frècc fò per ol lècc”: metaforicamente la frase significa “Cercar brighe, il male col fuscellino. Procurarsi noja e fastidi a bella posta”

A noi il freddo di questi giorni non fa paura. Anche perché “mani gelide, cuore caldo”

di Ezio Foresti*

Sembra che sia in arrivo un’ondata di freddo artico, debitamente annunciato con toni apocalittici da tutti i media. Al consueto andamento meteorologico stagionale si è aggiunta la Niña, poetico appellativo dato al raffreddamento anomalo delle acque del Pacifico tropicale. Ma noi bergamaschi attendiamo impavidi l’abbassamento della colonnina di mercurio, perché temiamo, piuttosto, l’opposto.

Con il frècc, il freddo, abbiamo una certa, genetica confidenza, che ha come al solito generato una discreta quantità di motti popolari, diligentemente elencati dal Tiraboschi nelle sue preziose raccolte di proverbi. Uno dei più curiosi ed evocativi è senz’altro indà a sircà ol frècc fò per ol lècc, che letteralmente indica la poco astuta manovra di cercare le zone più gelide del giaciglio. Infatti, metaforicamente la frase significa “Cercar brighe, il male col fuscellino. Procurarsi noja e fastidi a bella posta”. Attività che oggi sembrano particolarmente diffuse.

Passando al campo dei sentimenti, ecco il criptico mà frège, cör cóld, che sembra attribuire una maggiore passionalità a chi ha le estremità superiori perennemente ghiacciate. Viene spontaneo pensare alle donne, e alle loro migliori capacità empatiche. Soprattutto quando il termine di paragone è il maschio orobico.

Sullo stesso tema l’irriverente carne grassa carne giassa, di cui il paremiologo fornisce un’interpretazione che pare alquanto fantasiosa: chi è pingue è più sensibile al freddo, e anche meno sensibile al fuoco dell’amore. Stavolta, però, non ci convince.

Molto più razionale è invece chi l’è sènsa décc a l’patéss ol frècc de ogne tép, perché vecchi e bambini, cioè gli esseri umani privi di denti, soffrono particolarmente il rigore dell’inverno. Che può essere affrontato anche così, leggendo antichi motti accanto al rassicurante calore del camino, o della stufa.

*in memoria