Luoghi, feudi e storia di Bartolomeo Colleoni racchiusi dentro un gioco da tavolo: è il progetto messo a punto da Alessandro Gavazzi e Armando Scarpellini (con il sostegno di Bcc Oglio e Serio e Bcc Bergamasca e Orobica) in occasione del 550esimo anniversario della morte del condottiero bergamasco.
Sfide fra condottieri tra i feudi colleoneschi
“Assedio al Colleoni”, questo il nome del gioco da tavolo realizzato in edizione limitata, si inserisce in un più ampio calendario di iniziative promosse dall’associazione Pianura da scoprire e dalla rete Terre Colleonesche, con la collaborazione di enti e operatori del territorio. Il programma prevede attività esperienziali, divulgative e turistiche, come visite guidate, teatro, percorsi interattivi e incontri.
Il gioco di Gavazzi e Scarpellini, come riportano i colleghi di PrimaTreviglio, è stato presentato ieri, martedì 16 settembre, nella sala rossa della rocca a Urgnano, alla presenza di una rappresentanza amministrativa. “Assedio al Colleoni” è un «gioco moderno, perché rimette al centro la socialità, riunendo la famiglia e gli amici intorno a un tavolo e non dietro a uno schermo». A parlare è il sindaco di Urgnano, Marco Gastoldi, che ha ringraziato pubblicamente tutti coloro che si impegnano nel volontariato culturale.

Ma come si gioca ad “Assedio al Colleoni”? Il cuore è una grande plancia artistica con 121 caselle, sulla quale i giocatori – nelle vesti di un condottiero del Quattrocento – dovranno farsi strada fra ostacoli e insidie, contendendosi i feudi colleoneschi con domande a risposta multipla che li metteranno alla prova. L’obiettivo finale è l’ultima casella, dove è raffigurata la celebre statua equestre del condottiero bergamasco, scolpita da Andrea del Verrocchio e oggi collocata a Venezia.
«Un anno fa ci siamo recati a Cavernago e abbiamo proposto l’idea – ha spiegato Gavazzi -. Questo è un gioco didattico, rappresenta un modo diverso di proporre il territorio, più ludico e culturale, che può piacere ai ragazzi che giocando ricostruiscono la storia del nostro Comune. Oggi, con la forte immigrazione che c’è, vale la pena di tramandare anche la nostra storia, altrimenti il rischio è quello di perderla. Grazie ai tanti Comuni che hanno aderito».