di Nicola Magni
Tra le strade acciottolate di Città Alta e le valli, le relazioni tra il territorio orobico e la Svizzera non sono un ricordo del passato, ma una presenza viva, fatta di famiglie, imprese e istituzioni che continuano a dialogare ogni giorno.
Il console onorario
Per capire meglio come questo legame si esprima oggi nella comunità e nel tessuto sociale, ne parliamo con Daniel Vonrufs, console onorario di Svizzera a Bergamo, che ogni giorno tocca con mano questa connessione che attraversa le Alpi. Il Consolato onorario svolge un ruolo fondamentale di collegamento tra la Confederazione e il territorio locale.
«Firmiamo un contratto con la Confederazione in cui sono indicati i nostri compiti principali – spiega Vonrufs -. Tra questi: mantenere contatti regolari con le autorità italiane, promuovere gli interessi economici e industriali svizzeri e fornire informazioni generali ai cittadini svizzeri o italiani che vogliono viaggiare, trasferirsi o lavorare in Svizzera». Importante anche il rapporto con la comunità svizzera residente in Bergamasca, oggi sempre più anziana: «Dobbiamo mantenere vivo il legame con la Svizzera, specie tra i più giovani».
Tutte le attività si svolgono in coordinamento con il Consolato generale di Milano. Un lavoro spesso dietro le quinte, ma fondamentale per garantire assistenza, informazioni e relazioni istituzionali tra due territori, storicamente vicini. Un aspetto centrale è anche la cura della comunità svizzera locale: «Esiste una distinzione tra gli anziani, storici svizzeri insediati a Bergamo da decenni, e i giovani, spesso con doppia cittadinanza – spiega il console -. I primi mantengono un legame profondo con le loro radici, i secondi talvolta si sentono più distanti. Anche per questo è importante tenere viva l’identità e il dialogo con la nuova generazione».

Un elemento chiave, in questo senso, è la Scuola Svizzera di Bergamo, la più antica al mondo ancora attiva. Fondata nel 1892 dalla famiglia Legler, rappresenta un ponte educativo e culturale duraturo tra Svizzera e Italia.
«C’è una lunga storia di relazioni: Palazzo Frizzoni, oggi sede del Comune, era di una famiglia svizzera dei Grigioni; la Banca Popolare di Bergamo nacque anche grazie a capitali elvetici. E nel settore meccano-tessile la presenza svizzera è stata determinante».
Ma il futuro della comunità svizzera a Bergamo è oggi uno dei temi più delicati: «La vera questione è capire quanti svizzeri resteranno effettivamente sul territorio nei prossimi anni». Secondo i dati del Consolato (…)