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Tra “Sàncc”, “Mórcc” e scadenze agrarie nella tradizione bergamasca

A novembre si tolgono dagli armadi mantelli e guanti. E a San Martino...

Tra “Sàncc”, “Mórcc” e scadenze agrarie nella tradizione bergamasca

Di Ezio Foresti*

Le piogge, i cieli grigi e l’abbassamento delle temperature ci hanno consegnato all’atmosfera tipica di novembre, il mese dei Santi e dei Morti. Il cambiamento meteorologico era ben segnalato dai proverbi della nostra tradizione, come per la fèsta de töcc i sancc s’tira fò mantèi e guàncc, un invito ad adeguare l’abbigliamento al rigore del clima.

L’inizio del mese è anche un appuntamento importante dal punto di vista religioso, dato che ai mórrcc e ai sancc i và ‘n césa pò a’ i brigàncc. Adesso forse le cose sono un po’ cambiate, e a non frequentare la chiesa in questi giorni non sono solo i malviventi.

Un’usanza del tutto perduta è descritta da ai mórcc e ai sancc s’paga i dèbecc de töt ol an. Occorre ricordare che un tempo rivestiva un’importanza particolare il mercato di Ognissanti. In questa occasione le persone pagavano ai bottegai tutto quello che avevano acquistato durante l’anno. Inutile dire che non era una circostanza particolarmente gradevole per i nostri antenati.

Non poteva mancare il solito accenno al tempo, con la filastrocca se i mörcc i vé coi pé söcc i va coi pé bagnàcc, se i mórcc i vè coi pé bagnàcc i và coi pè söcc. Se il detto ha un valore, dovremmo aspettarci qualche giorno di sole.

Numerose naturalmente sono le massime dedicate alla festività di San Martino, tra le quali una in particolare sembra contraddire la leggendaria generosità del santo, che tagliò il proprio mantello per proteggere dal freddo un povero. San Martì a ’gh n’dà ai sciòr e l’ghe n’tö ai poarì sembra indicare una sorta di Robin Hood al contrario. L’apparente contraddizione si spiega col fatto che in questo periodo si pagavano i fitti agrari e si saldavano i debiti nei confronti dei proprietari dei fondi. Se si aggiunge la scadenza dei contratti, con la possibile perdita della fonte di reddito, si capisce l’atteggiamento poco amichevole dei nostri contadini nei confronti del santo.

*in memoria