In fase di sviluppo

Dal Papa Giovanni una nuova app che aiuta i ragazzi trapiantati

Stefano Fagiuoli, primario di Gastroenterologia, Epatologia e Trapiantologia dell'ospedale bergamasco, lavora al progetto digitale “ePRO Diary Liver”

Dal Papa Giovanni una nuova app che aiuta i ragazzi trapiantati

di Nicola Magni

Dietro ogni grande reparto c’è una visione, e dietro ogni visione c’è una persona. Il dottor Stefano Fagiuoli è una di quelle figure che riescono a trasformare la competenza in ispirazione, la ricerca in progresso e la cura in un atto di umanità.

Medico, docente e innovatore, ha costruito un percorso che coniuga rigore scientifico e sensibilità umana, facendo della medicina dei trapianti non solo una disciplina, ma una vera e propria missione di vita.

Dalla formazione a Padova alle esperienze negli Stati Uniti, tra Pittsburgh e Oklahoma City, ha maturato una visione internazionale della professione, imparando a unire l’eccellenza clinica con la responsabilità individuale, la ricerca con la concretezza del prendersi cura. Un bagaglio che ha portato a Bergamo, dove oggi guida con passione e lungimiranza il reparto di Gastroenterologia, Epatologia e Trapiantologia dell’ospedale Papa Giovanni, riconosciuto tra i centri di riferimento in Italia e nel mondo.

Con la sua direzione, il reparto è diventato un punto d’incontro tra tecnologia, umanità e innovazione, dove la ricerca si traduce in nuovi modelli di cura e il dialogo con il paziente resta sempre centrale. Per il dottor Fagiuoli, la vera eccellenza non sta solo nei numeri, ma nella capacità di unire scienza e ascolto, costruendo una medicina che guarda al futuro restando profondamente umana.

Galeotto fu un gol…

«Ero studente a Padova, senza un’idea precisa sulla specializzazione da prendere. L’università, a quel tempo, aveva una forte tradizione calcistica: le squadre delle differenti specialità si sfidavano in tornei. Giocavo in Anatomia patologica e in una finale realizzai il gol della vittoria contro la Gastroenterologia. Fu così che mi feci notare e, in una sorta di trattativa da calciomercato spietato, fui oggetto di uno scambio di giocatori, passando all’altra squadra. Una volta lì, venni invitato a svolgere un periodo di internato nel loro reparto e scoprii una vera passione. È nata così, quasi per caso».

Dalla “città dei Tre Senza”, Fagiuoli ha poi girato il mondo, costruendo collaborazioni internazionali, in particolare (…)

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