Abf, prosegue lo stato di agitazione. I sindacati: «Valuteremo mobilitazioni più incisive»
Il confronto non riparte. E i sindacati denunciano "nuove irregolarità"
Lo scorso 2 settembre, a pochi giorni dall'inizio delle lezioni, l'assemblea dei lavoratori di Abf (Azienda bergamasca formazione che si occupa di formazione professionale e servizi all'impiego) ha proclamato lo stato di agitazione. Un confronto tra direzione e sindacati di categoria che non dà segni di ripresa. «Ancora non abbiamo ricevuto alcuna convocazione per un incontro – fanno sapere da Fp-Cgil, Cisl-Fp e Rsu –. L'impressione è che manchi da parte di Abf la volontà di riaprire un tavolo di trattativa».
Negli ultimi sei mesi, dopo l'insediamento della nuova dirigenza di Maurizio Betelli, le relazioni tra sindacati e Abf sono andati via via in peggioramento. Per Abf lavorano circa 340 dipendenti: il “punto di non ritorno” sarebbe stato raggiunto a luglio, dopo la decisione dell'azienda di rivedere il fondo del salario accessorio e di non liquidare per intero il premio dovuto per l'anno scolastico 2021-22. Così facendo, hanno sottolineato i sindacati, avrebbe rimesso in discussione il contratto del novembre 2021.
«Ha definitivamente bloccato le trattative che da anni avevano lo scopo di equiparare i diritti di lavoratori che a parità di mansione percepivano e ancora percepiscono un differente trattamento economico – proseguono –. Contestualmente con grande disappunto, quest’estate abbiamo appreso della volontà della direzione generale di mettere in discussione tutti gli accordi vigenti, azzerando anni di proficue relazioni sindacali».
Perciò, nel corso dell'ultima assemblea dei lavoratori, era stato proclamato uno stato di agitazione. È stato poi fatto un tavolo di conciliazione in Prefettura a Bergamo, dove «si sono avuti anche momenti di confronto acceso» e la direzione di Abf «non ha fornito alcuna concreta garanzia rispetto alla volontà di tornare sui propri passi e correggere le inadempienze. Per questo lo stato di agitazione per noi prosegue». Sarebbero inoltre state riscontrate nuove irregolarità nella gestione del personale, con diverse segnalazioni da parti dei lavoratori di mancato rispetto delle procedure previste per la selezione del personale e assegnazione delle cattedre.
«Da parte nostra, finora abbiamo mantenuto un atteggiamento responsabile, scegliendo di non adottare forme di protesta che possano creare disagio all'utenza in questo delicato momento di avvio dell'attività formativa – concludono i sindacati –. Se però il comportamento della direzione restasse immutato e se continuerà a mancare la volontà di riaprire un tavolo di confronto, valuteremo certamente forme di mobilitazione più incisive».