Si è chiusa il 3 ottobre scorso la prima fase delle immatricolazioni alle lauree triennali e magistrali a ciclo unico all’Università di Bergamo: i dati raccolti mostrano un andamento stabile rispetto all’anno precedente, con 8.592 iscritti del 2025 rispetto agli 8.584 del 2024. Rispetto al 2023, invece, l’anno scorso si era registrato un aumento del 6 per cento. I calcoli non sono ancora definitivi, però, considerando che ci sono ancora 195 pre-immatricolati che dovranno perfezionare nelle prossime settimane il procedimento.
I percorsi più gettonati
Un bilancio positivo, a parere dell’Ateneo, che con le cifre al 22 ottobre ha registrato un significativo incremento delle iscrizioni nei corsi delle aree tecnologica ed economico-aziendale, così come dell’area giuridica, con un trend in leggera crescita anche per l’area psico-pedagogica. Risultano in leggera diminuzione, invece, i corsi di area umanistica.
Rimane ora la possibilità di iscrizione tardiva fino al 28 novembre, che però è soggetta a mora, e per i corsi ad accesso programmato, con scadenza al 3 ottobre e ulteriori scorrimenti fino al 14 novembre. Bisognerà invece attendere per conoscere i numeri delle immatricolazioni alle lauree magistrali biennali, perché le iscrizioni chiuderanno a metà novembre.
L’Ateneo negli ultimi tempi ha puntato molto su percorsi di studio per rispondere alle esigenze concrete del territorio, sviluppati in sinergia con i suoi attori. Incoraggiano perciò le immatricolazioni ai nuovi corsi di laurea triennale in Ingegneria delle tecnologie per l’elettronica e l’automazione e Data analytics, economia e tecnologie digitali, che hanno registrato un’ottima risposta con rispettivamente 85 e 99 studenti immatricolati.
Tra le novità per l’anno accademico 2025-26 ci sono poi due nuovi curriculum offerti su due corsi di laurea triennale. Nello specifico, il curriculum erogato in lingua inglese in Business administration all’interno del corso di studio in Economia aziendale, scelto da 57 immatricolati, e il curriculum Mediazione linguistica per l’impresa e il terzo settore all’interno del corso di studio in Lingue e letterature straniere moderne, scelto da 110 immatricolati.
I corsi triennali ad accesso programmato hanno registrato una forte domanda che, in alcuni casi, come per il corso di laurea in Psicologia, ha fatto raggiungere un rapporto di quasi sei candidati per posto. Questo elevato numero di aspiranti studenti testimonia il crescente interesse per l’area delle scienze psicologiche e per l’Università sottolinea la qualità del percorso formativo in queste discipline.
Rimane il numero programmato
«La decisione di mantenere il numero programmato in alcuni corsi – ha spiegato l’Ateneo – è stata presa per garantire alti standard di qualità. Questo approccio consente di assicurare un’esperienza formativa completa e approfondita, evitando sovraffollamenti che potrebbero compromettere l’efficacia della didattica e l’accesso alle risorse necessarie, come aule, spazi di laboratorio e sale studio. Inoltre, la programmazione locale è essenziale per la sostenibilità anche per offrire un miglior placement post-laurea ai neolaureati, come dimostrato dai dati di occupazione raccolti da AlmaLaurea».
A titolo d’esempio, nel 2019-2020, l’Università di Bergamo aveva registrato il picco storico di oltre seimila immatricolazioni alle lauree triennali e magistrali a ciclo unico, con ben 1.400 studenti iscritti a Scienze dell’educazione e 1.100 a Economia aziendale, creando difficoltà nella gestione ottimale dei servizi. I numeri dell’equilibrio di genere mostrano una partecipazione complessiva che si divide all’incirca tra il 42 per cento di maschi e il 58 per cento di femmine.
Alcuni corsi di area pedagogica registrano più del 90 per cento di presenza femminile, e altri di area Stem dove il rapporto tra femmine e maschi è di uno a quattro. Atteso il numero degli studenti stranieri che, in gran parte, stanno ancora completando le pratiche per ottenere il visto di studio. Per quanto riguarda l’organico, negli otto Dipartimenti si sfiora la quota di 530 unità fra docenti e ricercatori, con diversi professori provenienti dall’estero.