L'allarme

Bergamo costa troppo per i docenti: ci sono state 346 rinunce alla cattedra

Supplenze ancora vacanti, specialmente per quegli insegnanti a cui vengono offerti spezzoni di poche ore settimanali

Bergamo costa troppo per i docenti: ci sono state 346 rinunce alla cattedra

In Bergamasca, 346 aspiranti docenti (di ogni ordine e grado) hanno rinunciato alla cattedra. Il motivo è legato anche ai prezzi di affitto troppo elevati in città, che ha spinto gli iscritti alle graduatorie Gps (graduatorie provinciali delle supplenze) a non accettare l’incarico, specialmente se consiste in un solo spezzone di orario con stipendio ridotto. Nello specifico, 255 rinunce sono arrivate dopo il primo bollettino di nomina, 63 dopo il secondo bollettino e 28 dopo il terzo.

Affitti troppi cari per spezzoni di poche ore

L’emergenza è stata sollevata dai sindacati scolastici bergamaschi, in particolare Uil Scuola che, come riporta L’Eco di Bergamo, sta organizzando un’assemblea in cui coinvolgerà Aler, Ufficio scolastico e Comuni, tra cui anche Bergamo.

Il modello preso a esempio, e che si vorrebbe raggiungere, è quello di Castelfranco Veneto dove gli enti hanno concesso appartamenti ristrutturati a docenti e collaboratori scolastici provenienti da fuori facendo loro firmare contratti fino a due anni, rinnovabili, e con canoni modulati sulla metratura dell’appartamento.

In Bergamasca, a febbraio 2025 (e dunque lo scorso anno scolastico), c’era un docente precario su quattro, mentre gli insegnanti di sostegno precari erano oltre il 30 per cento. A frenare chi proviene da fuori sono i costi, spesso proibitivi: Bergamo è infatti l’undicesima città più cara d’Italia per quanto riguarda gli affitti, con una media di 446 euro al mese.

Considerando che un docente nominato per uno spezzone di sette ore guadagna circa cinquecento euro al mese, mentre con dieci ore insegnate alle media si sfiorano i novecento euro, vorrebbe dire che gran parte dei soldi guadagnati finirebbero in affitto. Una situazione difficile che non si limita alla sola Bergamasca, ma che è diffusa anche in altre città italiane.

Diverse cattedre sono ancora vacanti

Anche per questo motivo, il personale scolastico sarà incluso nel Piano Casa Italia, il programma da 660 milioni di euro che ha come obiettivo quello di recuperare alloggi pubblici e proporli a prezzi calmierati in quelle aree metropolitane dove c’è un’alta tensione abitativa.

«Il Piano – ha detto l’assessora alle Politiche abitative di Bergamo, Claudia Lenzini – al momento non è molto definito. Anche in Europa dovrebbero esserci Fondi di coesione destinati all’abitare. Stiamo valutando con gli uffici, anche in base al regolamento da poco aggiornato, le nostre possibilità d’azione».

Intanto, ad anno scolastico ormai iniziato, sono diverse le scuole che ancora hanno cattedre vacanti: se la maggior parte dei posti sono stati coperti scorrendo la graduatoria e le nomine, restano ancora dei buchi che gli istituti dovranno tappare ricorrendo alle graduatorie d’istituto.