Lo studio

Bergamo perde il 2,8% di under 18 in 7 anni (Milano fa più 6,7%)

Elementi interessanti nel report dedicato alla “povertà educativa” elaborato da Openpolis e fondazione Con i Bambini

Bergamo perde il 2,8% di under 18 in 7 anni (Milano fa più 6,7%)
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Emergono interessanti dati sulla provincia di Bergamo nel report dedicato alla “povertà educativa” elaborato da Openpolis e fondazione Con i Bambini e presentato il 22 gennaio a Palazzo Pirelli a Milano. Lo segnala l’ufficio stampa di Cgil Bergamo. Per “povertà educativa” si intende  la condizione in cui un bambino o un adolescente si trova privato del diritto all’apprendimento in senso lato, dalle opportunità culturali e educative al diritto al gioco. Povertà economica e povertà educativa si alimentano a vicenda.

«I dati di questo report confermano alcuni punti di debolezza della nostra provincia - commenta Gianni Peracchi, segretario generale della CGIL di Bergamo -. E cioè un livello infrastrutturale insufficiente e un calo demografico importante delle fasce di popolazione giovane (nel 2012 erano residenti 169.626 under 15 anni, nel 2020 erano 158.213, per una incidenza, rispettivamente, pari a 15,6% e al 14,2% della popolazione, peraltro in crescita). Ma lo studio consegna anche un dato decisamente positivo e cioè quello della raggiungibilità con mezzi pubblici delle scuole. È un elemento non risolutivo ma che deve essere, pandemia permettendo, punto di forza per la riqualificazione del nostro (ahinoi debole) capitale umano. Con un altro accorgimento indispensabile: la riprogettazione e trasformazione del trasporto pubblico in chiave di ecosostenibilità».

Con oltre 1,6 milioni di minori, la Lombardia è la regione italiana con il maggior numero di residenti con meno di 18 anni.

Dal 2012 al 2019 la popolazione minorile in Lombardia è cresciuta dello 0,86%, a fronte di un dato nazionale di decrescita del 3,19%; una crescita maggiore della Lombardia si osserva solo in Emilia Romagna e Lazio. Sedici regioni su venti riportano un dato in diminuzione.

Rispetto al dato di crescita regionale, si osserva una crescita ben maggiore nella Città Metropolitana di Milano (6,68%) e, più limitatamente, in provincia di Monza e Brianza; lievissima crescita della popolazione minorile anche a Lodi e Pavia, invarianza a Varese, in calo tutte le altre province con Bergamo a meno 2.77%.  Il picco negativo a Sondrio, -5,93%, addirittura superiore al dato nazionale.

L’analisi delle disuguaglianze digitali ha assunto maggiore rilievo in presenza della pandemia, soprattutto in relazione alla didattica a distanza.

Questi i dati medi regionali nel 2019: il 98% delle famiglie era potenzialmente raggiunto dalla banda larga di base su rete fissa (in Italia, il 95%); il 70% delle famiglie era potenzialmente raggiunto dalla banda larga veloce (in Italia, il 65%); il 34% delle famiglie era potenzialmente raggiunto dalla banda larga ultraveloce (in Italia il 36,8%). Ora, il 40% del territorio lombardo è montano (più o  meno stessa cosa dicasi per la nostra provincia) ed in aree di montagna vive il 10% dei minori lombardi; se per la diffusione banda larga di base non vi sono differenze fra le province, per la banda veloce all’80% di copertura della Città Metropolitana si contrappone il 37% della provincia di Sondrio, per la banda ultraveloce la Città Metropolitana sfiora il 60%, mentre le zone di montagna si attestano al 14%.

Nemmeno le medie provinciali ci dicono tutto del digital divide.

Per quanto riguarda la Città Metropolitana, pur in un quadro quasi ottimale, i dati del comune di Milano e dei comuni dell’hinterland sono sensibilmente migliori rispetto a quelli dei comuni più distanti dal capoluogo: il dato migliore, per diffusione della banda ultraveloce, si registra nel comune di Sesto San Giovanni (79% delle famiglie coperte). Bergamo, purtroppo, non è ben collocata in questa graduatoria.

Il Ministero dell’Istruzione considera vetusti gli edifici con più di cinquanta anni: in Lombardia rappresentano il 20,43% del totale, superando di 2,6 punti il dato medio nazionale. Cinque province superano anche la media regionale (la quota di edifici più vetusti è in provincia di Cremona, con il 35,2%), i dati migliori si osservano in provincia di Monza e Brianza (13,8%)e nella Città Metropolitana (14,78%). Bergamo è pochissimo al di sopra della media nazionale.

In Italia l’86% degli edifici scolastici statali può essere raggiunto con un mezzo di trasporto alternativo all’automobile (trasporti pubblici, scuolabus).

In Lombardia il dato è mediamente superiore (89,2%): Bergamo registra la performance migliore (97,7%), cinque province superano il 90%, cinque province si collocano sotto la media regionale, delle quali quattro di pochissimo, la Città Metropolitana in modo più significativo (78,6%), in relazione alla necessità di utilizzare, in molti casi, sia un mezzo pubblico extraurbano (lievemente meno disponibile) che urbano.

Il Report indaga in maniera particolare la situazione di Bergamo: pochi i comuni senza scuole, tutti nella fascia settentrionale montana, solo 2 comuni, invece, hanno edifici scolastici non raggiungibili dai mezzi pubblici.

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