Chiusura della scuola Brembo di Curno, si cerca di ridurre i disagi per le famiglie
«Il Comune assicura che ci sarà la mensa, ma abbiamo visto le lungaggini per la palestra». Il grande dubbio: dove inizieranno le prime?
di Monica Sorti
I nodi cruciali della mensa e del trasporto degli alunni sono i due temi ai quali occorre dare una risposta. Oltre alla necessità di istituire al più presto un tavolo condiviso, partecipato dai membri del Consiglio d’istituto, del Comitato Genitori e da alcune mamme e papà in rappresentanza della Brembo e della Rodari. È quanto emerso dalla riunione del Comitato Genitori che si è tenuta la scorsa settimana dopo la comunicazione della decisione, presa dall’Amministrazione comunale di Curno, di chiudere la scuola primaria Papa Giovanni XXIII a partire dall’anno scolastico 2024-25.
«Abbiamo proposto in assemblea di creare delle commissioni di genitori, soprattutto della Brembo, che saranno sempre in relazione con il Comitato, per instaurare una sorta di collaborazione per la verifica e il controllo di come lavorerà l’amministrazione per rendere il passaggio alla Rodari il più indolore possibile», dichiarano Denise Bolognini e Daniela Gherardi, le due rappresentanti del consiglio d’Istituto del Comitato Genitori.
«Per quanto riguarda la mensa, è una questione che tocca anche i genitori della Rodari. Coinvolgeremo alcuni di loro, così che facciano parte di questo tavolo, il Comune assicura che ci sarà. Però noi siamo state testimoni delle lungaggini per la palestra della nuova scuola, che doveva essere pronta quando ci siamo spostati alla Rodari ed è stata ultimata quest’anno, dopo cinque di attesa. E sappiamo che anche con la nuova Rodari ci sono ancora problemi e cause aperte con il costruttore. Quindi il fatto che ci sia un anno e mezzo prima della chiusura della Brembo non ci lascia così tranquilli».
La pubblica amministrazione ha dei criteri di assegnazione e di realizzazione dei lavori diversi dal privato, il Comitato Genitori auspica perciò che ci sia almeno un piano B nel caso in cui si vada per le lunghe, perché i genitori devono avere certezze. Certezze che servono anche per scongiurare il ritiro dei figli con il rischio che si vada a iscriverli dove c’è un’offerta diversa, che copra le loro necessità.
Il Comitato è inoltre consapevole che per la questione trasporto sarà molto difficile ottenere qualcosa, perché è un capitolo troppo dispendioso. «All’Istituto comprensivo c’è la regola che i bambini fino alla terza elementare non possono uscire da soli», sottolineano le rappresentanti. «Noi vorremmo che fosse assicurato un trasporto protetto almeno per i bambini più piccoli. Sapere a chi verranno affidati, se ci sarà del personale qualificato e chi si prenderà la responsabilità di farli salire su un pullman di linea. Siamo consapevoli che ci sono altre zone del paese distanti dalla scuola, ma qui stiamo parlando di un’imposizione, che non ha nulla a che vedere con la libera scelta dei genitori di mandarli alla Rodari, sapendo fin dall’inizio quanto fosse la distanza».
Per questo è importante stabilire degli obiettivi. «Dobbiamo essere incalzanti e fastidiosi per avere le risposte. Anche i genitori della Brembo ci devono passare informazioni, è importante che ci sia comunicazione tra tutti quanti e con il Consiglio d’Istituto, anche per gestire al meglio il possibile raggruppamento delle classi e i nuovi ruoli delle insegnanti della Brembo».
Resta un grande interrogativo: in quale scuola inizieranno il loro percorso i bambini delle future prime? (...)