Come mai a Bergamo voti così bassi alla maturità, mentre al Sud fioccano i cento?
Uno studente su quattro ha preso tra 61 e 70, uno su tre tra 71 e 80. Siamo penultimi in Lombardia per i “cento”. Intervista a Damiano Previtali
di Luigi de Martino
Il dato è di quelli che lasciano più che perplessi. Perché non rappresenta la realtà e perché è penalizzante per i nostri ragazzi. In sintesi: i risultati della Maturità 2022 evidenziano voti bassi (inutile girargli intorno) per i maturati bergamaschi; uno studente su quattro ha preso tra il 61 e il 70 e uno su tre fra il 71 e l’80. Ma non è tutto: la Bergamasca è penultima in Lombardia per i 100 ottenuti e solo l’1,6 per cento dei novemila esaminati ha meritato la lode. Hai voglia poi di dire che il risultato è comunque di tutto rispetto: il voto dell’esame di Stato finisce spesso sul curriculum e per aprire certe porte conta ancora.
Il problema è che questi voti sono sbagliati e in fin dei conti ingiusti. È mai possibile che al Sud i cento fiocchino come caramelle (quasi il 20 per cento degli studenti della Calabria, il 18,3 per cento della Puglia, il 13,8 per cento della Sicilia) mentre in Lombardia raggiungano solo l’8 per cento? Per dimostrare la “falsità” delle valutazioni basterebbe confrontare questi risultati con quelli delle prove Invalsi. Che nelle regioni del Sud sono spesso sotto al livello minimo richiesto, mentre al Nord sono molto superiori. Ne abbiamo parlato con Damiano Previtali, ex preside del Sarpi e funzionario del Ministero dell’Istruzione che da anni studia la valutazione e conosce bene la scuola a livello nazionale.
Professore, c’è un disallineamento fra i voti di maturità e l’Invalsi.
«In effetti, i dati Invalsi a Bergamo in particolare, ma anche in tutta la Lombardia, sono eccellenti, mentre al Sud sono ancora problematici. C’è una discrasia, ma sono dati che non si possono confrontare, sono valutazioni diverse».
In che senso?
«L’Invalsi ha una misurazione standardizzata degli apprendimenti in italiano, matematica e inglese. La valutazione della maturità, invece, è complessiva, non riguarda semplicemente tre discipline, ma anche il percorso dello studente. L’Invalsi misura, la scuola valuta».
Quindi è sbagliato pensare che la valutazione della maturità dovrebbe allinearsi all’Invalsi?
«Sì».
Ma allora com’è possibile che il Nord, e Bergamo in particolare, abbia così pochi cento?
«È la scuola che deve interrogarsi: il dato oggettivo è che non è vero che al Sud vi siano più competenze che al Nord. Lo evidenziano anche i dati Invalsi. Al Nord, questo è certo, abbiamo almeno tante competenze quante se ne hanno al Sud».
E come mai non si riflettono nel voto di maturità?
«Perché bisogna ragionare su come si arriva al cento».
E come ci si arriva?
«Attraverso la valutazione dei docenti».
Quindi?
«Quindi si deve dire che i docenti, in particolare a Bergamo (io li ho conosciuti), fanno fatica a usare tutta la scala di valutazione che va da zero a dieci. Sono dolorosamente ancorati al fatto di dare il “sei” piuttosto che il “sei meno” o il “sei più”. La piena sufficienza risulta un parto travagliato. Invece, bisognerebbe usare tutta la scala di valutazione. Non puoi arrivare al cento alla maturità se prima non hai un percorso valutativo costruito in un certo modo. Se parti con una valutazione bassa non arriverai mai al cento». (...)