problemi burocratici

Con il nuovo decreto ministeriale le gite scolastiche per il 2026 sono a rischio. Stop viaggi lunghi, mete riviste

Ora le scuole non possono più gestire autonomamente le uscite sopra i 140mila euro annui, ma i nuovi uffici incaricati non sono pronti

Con il nuovo decreto ministeriale le gite scolastiche per il 2026 sono a rischio. Stop viaggi lunghi, mete riviste

Quest’anno le gite scolastiche rischiano di ridursi a brevi fughe didattiche. Come mai? Le nuove regole sui tetti di spesa e la fine della deroga che permetteva agli istituti di gestire autonomamente i viaggi sopra i 140mila euro annui.

Con l’anno scolastico 2025/2026 alle porte, molte scuole si ritrovano in difficoltà: i presidi parlano di gite accorciate, mete riviste e budget sotto controllo. Come riporta L’Eco di Bergamo, Gloria Farisè, dirigente del liceo linguistico Falcone ha dichiarato che l’Istituto sta programmando solo i viaggi delle quinte e riducendo la durata dei soggiorni per rientrare nel limite spesa. La linea è la stessa anche al Quarenghi di Bergamo: «Restiamo sotto soglia, in attesa di indicazioni dal ministero» , ha detto la dirigente Ursula Dragone.

Il pasticcio dei 140mila euro

Il problema nasce dal decreto ministeriale che ha modificato le regole per l’organizzazione di gite, stage e scambi culturali. Da giugno è scaduta la deroga dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione) che consentiva alle scuole di gestire in autonomia gli affidamenti sopra i 140mila euro. Ora, per legge, solo le Stazioni Appaltanti Qualificate – gli enti con specifica abilitazione – possono occuparsene.

Il problema è che le scuole non hanno quella qualifica, e quindi non possono più organizzare da sole e autonomamente i viaggi di grande valore economico. A dover subentrare sarebbero gli Uffici scolastici regionali (Usr), che però… Non sono ancora pronti. Anche la dirigente scolastica del liceo Secco Suardo, Manuela Nicosia, in una circolare ai docenti ha annunciato che il panorama prospettato rende, al momento, impossibile la progettazione e la realizzazione dei viaggi di istruzione.

Gli uffici sono in ritardo 

Il Ministero aveva “promesso” di potenziare gli Usr con nuovi funzionari specializzati e una piattaforma Consip dedicata alla gestione dei viaggi, ma nulla è ancora operativo. I 161 funzionari previsti per gli appalti non sono stati ancora assunti, e la piattaforma digitale – inizialmente annunciata per ottobre – sarà pronta solo nel 2026.

Nel frattempo, gli uffici regionali non riescono a gestire le richieste delle scuole, e le stazioni appaltanti già operative sul territorio non vogliono farsi carico dei piccoli e complessi appalti scolastici.

Risultato, mentre la burocrazia si impantana, le scuole fanno i conti con il calendario: per le classi quinte, i viaggi devono essere conclusi prima degli esami di Maturità, cioè entro la primavera.

Intanto le scuole si arrangiano 

Nell’attesa, infatti, i dirigenti scolastici bergamaschi si ingegnano per non rinunciare del tutto alle gite. Come? Cercando di restare sotto la soglia dei 140mila euro, così da evitare di rivolgersi ad enti esterni, rivedendo durate, mete e periodi delle gite.

Al Mascheroni, per esempio, stanno completando le gite delle classi quarte e quinte che erano state programmate per la primavera, mentre attendono le novità dagli Urs per programmare il 2026. In queste settimane si è aperto un dialogo tra i dirigenti dei vari istituti per trovare insieme soluzioni comuni.

Nel frattempo, anche la politica regionale si muove: i consiglieri Matteo Piloni e Davide Casati hanno presentato un’interrogazione al Consiglio regionale per chiedere tempi certi sul potenziamento degli Usr e sul supporto alle scuole.