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Non condivido assolutamente nulla dei contenuti dell'articolo. Quello che il Prof. Pesavento e la sua sconosciuta Associazione rivendicano sono inaccettabili privilegi. Facciano i concorsi nelle loro Regioni anziché da noi per avere il posto pubblico e poi chiedere di tornare al paesello dopo pochi mesi. Questa assurdità si verifica anche in tanti altri posti pubblici come Tribunali, Poste, Inps , Agenzia delle entrate etc. Basta con questi vittimismi. Lo Stato aiuti chi davvero è in difficoltà ( penso ad es. alle famiglie con malati cronici) al Nord come al Sud.
Quindi, la collettività dovrebbe farsi carico dei loro viaggi per tornare da mamma'? Gli emigrati di una volta magari tornavano a rivedere i parenti solo dopo 20 anni di assenza, se non avevano i soldi per pagarsi i biglietti. Invece, quello degli stipendi ridicoli è un vero problema per tutti, e non solo per gli insegnanti. Il costo della vita continua salire mentre le paghe sono ferme. Ma questo vale quasi per tutti.
Quindi il problema sarebbe questo? Ma davvero? Il problema è che con i voti di maturità e di università sempre più generosi al Sud gli insegnati che vengono dal sud vincono sistematicamente tutti i posti disponibili da noi. Il problema è che gli insegnati residenti da noi arrivano sempre dietro e rimangono precari. Il problema non sono i loro costi.
Cavoli loro, nessuno li obbliga a venire in Lombardia. Lo stato non deve farsi carico di nulla. Bisognerebbe dire a loro signori che gli affitti sono cari pure per noi, idem gli aerei, il costo della vita in generale. Se ne restino al paesello. Piuttosto Alziamo la qualità del servizio
Fatemi capire, fanno concorsi per venire da noi a lavorare, ben sapendo che in Lombardia il costo della vita è molto più alto che al sud (ricordate il tema delle gabbie salariali?), e pou si lamentano del costo degli affitti, che abbiamo anche noi, e del costo di aerei e treni? Nessuno ha obbligato queste persone a fare i concorsi perla Lombardia, potevano farli per le loro zone. Mi sembra la commedia dell'assurdo.