«In aula così? No grazie»

La petizione degli studenti "contro" l'Università: 1.600 firme per avere esami online

Lo “scontro a distanza” nasce dalla decisione di reintrodurre gli esami in presenza con una capienza massima del 25 per cento, una modalità che non favorisce i ragazzi e crea comunque molti rischi

La petizione degli studenti "contro" l'Università: 1.600 firme per avere esami online
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Ha già raccolto oltre 1.600 firme la petizione lanciata su Change.org (QUI il link) dagli studenti iscritti al secondo e terzo anno dell’Università di Bergamo, che chiedono «di reintegrare gli esami a distanza, per evitare un ulteriore aumento dei contagi».

Lo “scontro a distanza” con i responsabili dell’Ateneo nasce dal fatto che l’Università ha deciso di reintrodurre gli esami in presenza, con una capienza massima delle aule del 25 per cento che ha come conseguenza quella di dover scaglionare in più gruppi tutti gli iscritti. Ed è proprio questo l’inghippo per gli universitari.

«Ci sono ragazzi fuori sede – si legge nel testo della petizione - che non riescono a trovare una casa per soli 2-3 mesi, ossia il tempo necessario per svolgere gli esami, e non possono permettersi di fare avanti e indietro con i mezzi durante una pandemia».

C’è poi la possibilità i disagi creati da un esame su più turni non diano neanche i risultati sperati, ma che al contrario si verifichino comunque assembramenti potenzialmente pericolosi fuori dalle aule o dalla sede universitaria.

«Prendere i mezzi di trasporto è molto pericoloso – aggiungono gli studenti - e nessuno si sentirebbe di correre un tale rischio per poi ammassarsi in aule o corridoi per fare un esame che si potrebbe fare benissimo a distanza in totale sicurezza. Proprio per questo vorremmo evitare la positività di uno studente in seguito a un esame, in quanto questo comporterebbe un numero elevato di tamponi e disagi a livello economico, sociale e familiare».

Un altro punto su cui si soffermano gli universitari bergamaschi è il seguente: le variazioni delle date degli appelli e delle modalità d’esame. «Gli smistamenti su più giorni possono causare disagi a livello organizzativo a chi lavora – concludono -. Per quanto riguarda la modalità d’esame, chiediamo che questi siano definiti in orali o scritti e che rimangano tali, senza subire variazioni».

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