Nella scuola bergamasca i precari sono il 25%. E il loro numero è aumentato del 150%
Secondo quanto sostenuto da Cisl, serve rivedere le procedure per diventare di ruolo: valgono non solo i concorsi, ma anche l'esperienza
Un docente su quattro, a Bergamo, è precario. L'allarme diffuso dalla Cisl provinciale si riassume efficacemente così, in una frase breve ma incisiva, che in poche battute e con un solo dato numerico rende l'idea del problema condiviso dalla Bergamasca con tutta Italia.
+150% di precari in 4 anni
Secondo i dati riportati dal sindacato, nell’anno scolastico 2022/2023, su 13.087 posti, 3.260 sono incarichi di supplenza; nel 2021 erano 2.569 i posti senza titolare che dovevano essere coperti da personale di ruolo o supplenti e, di questi, 828 erano insegnanti di sostegno.
«Di fatto, il numero dei precari della scuola bergamasca è aumentato del 150 per cento in quattro anni. Una situazione, quindi, in continuo peggioramento, nonostante annunci di mega assunzioni e concorsoni utili nelle intenzioni ad appianare una situazione ormai diventata di difficile gestione», chiosa la Cisl Scuola Bergamo.
Troppe poche assunzioni in ruolo
La segretaria generale del sindacato, Paola Manzullo, sottolinea: «In questo anno scolastico, il numero delle assunzioni in ruolo è risultato di gran lunga inferiore ai posti messi a disposizione dal Mef. Tutto ciò evidenzia il permanere di una situazione di sostanziale inefficacia delle modalità di reclutamento fin qui utilizzate, inefficacia che si trascina da tempo. Le regole sul reclutamento dei docenti sono state ripetutamente oggetto di interventi normativi: nessuno di questi ha però centrato l’obiettivo di costruire un sistema efficace ed equilibrato».
Un nuovo sistema tra concorsi ed esperienza
Da qui la proposta: «Cisl Scuola suggerisce di prevedere un doppio canale costituito da procedure concorsuali ordinarie, delle quali garantire la regolare periodicità, e un canale per titoli - Graduatorie Provinciali Supplenze Gps - che riconosca e valorizzi l’esperienza acquisita attraverso il lavoro prestato con contratti a tempo determinato, offrendo stabilizzazione e mettendo anche in campo efficaci percorsi di formazione. Va ridotta quanto più possibile l’entità del ricorso a lavoro precario, privilegiando la stabilità di impiego del personale come fattore di indubbio vantaggio per la qualità del servizio».
70 mila assunzioni? Ne faranno la metà
Attualmente, invece, secondo i meccanismi di reclutamento attivi, a detta di Cisl, non sarebbe possibile raggiungere le 70 mila assunzioni promesse: «Se ne potranno fare, se va bene, la metà, come confermano le elaborazioni fatte dalla Segreteria Nazionale Cisl Scuola sui dati desunti dalle informative ministeriali».