La scuola in presenza aumenta i contagi? Uno studio nazionale smentisce questa tesi
Una squadra di epidemiologi, medici, biologi e statistici ha preso in esame un campione di oltre 7,3 milioni di studenti. I risultati sono stati resi noti dal Corriere della Sera
Non esisterebbe una correlazione significativa tra la diffusione dei contagi da Covid e le lezioni in presenza. È quanto emerge da uno studio citato sul Corriere della Sera e condotto da una squadra di epidemiologi, medici, biologi e statistici su circa otto milioni di persone, secondo cui la scuola non avrebbe rappresentato un volano nella crescita della curva epidemiologica osservata in tutto il Paese tra ottobre e novembre.
I numeri dello studio
L’analisi è stata condotta prendendo in analisi i dati del Miur e incrociandoli con quelli di Protezione civile e Ats, ottenendo così un campione pari al 97 per cento degli istituti italiani, per un totale di oltre 7,3 milioni di studenti e 770 mila insegnanti.
Secondo lo studio, il tasso di positività dei ragazzi rispetto al numero di tamponi processati sarebbe inferiore all’1 per cento e la chiusura delle scuole non inciderebbe nel calcolo dell’indice Rt. Inoltre, stando al parere degli esperti, i giovani contagerebbero la metà rispetto agli adulti, indicati come veri responsabili della diffusione dei focolai di Covid: i contagi sarebbero aumentati in primis nella fascia d’età compresa tra i 20 e i 59 anni, e soltanto dopo circa tre settimane tra gli adolescenti in età scolare.
Scuole aperte
Di conseguenza, secondo il parere degli scienziati, in mancanza di prove scientifiche che certifichino i vantaggi della chiusura delle scuole, gli istituti scolastici dovrebbero essere le ultime strutture a chiudere e le prime a riaprire. Anche perché non è possibile ancora calcolare esattamente i danni arrecati dalla chiusura prolungata delle scuole alla salute psicofisica e all’apprendimento dei più giovani.
Le manifestazioni contro la Dad
I risultati di questo studio sono stati resi noti oggi, lunedì 22 marzo, proprio quando stanno aumentando le manifestazioni contro la didattica a distanza. A Bergamo, ad esempio, proprio ieri (domenica 21 marzo), in Piazza Vittorio Veneto, molte famiglie si sono riunite per chiedere il ritorno alla didattica in presenza. Il giorno prima, invece, una manifestazione si era tenuta a Nembro.