Stop alle proclamazioni delle lauree triennali, gli studenti: «Così si rovina il momento più bello»
I corsisti di Giurisprudenza scrivono a Cavalieri, "Azione universitaria" contesta la decisione presa senza discussione in Consulta e il consigliere regionale Schiavi si confronta con il rettore
La decisione da parte dell'Università di Bergamo di sospendere le proclamazioni delle lauree triennali, in seguito ai gravi episodi accaduti di recente durante i festeggiamenti, ha suscitato in breve tempo le proteste sia da parte degli studenti che della politica. Pur rimanendo su toni pacati, infatti, da più parti è arrivata la richiesta, pur condannando quanto avvenuto, di rivalutare il provvedimento.
In particolare, ad avanzare la richiesta sono stati un gruppo di studenti di Giurisprudenza con una lettera, ma anche quello di "Azione universitaria" e il consigliere regionale di Fratelli d'Italia, Michele Schiavi.
La lettera degli studenti di Giurisprudenza
Nella lettera degli universitari, indirizzata al rettore, Sergio Cavalieri, alla presidente del corso di laurea in Diritto per l’impresa nazionale e internazionale, Gabriella Crepaldi, al presidente della Consulta degli studenti e delle studentesse e al presidente del Comitato regionale per il diritto allo studio universitario, si chiede di non negare a chi si è impegnato con fatica un momento tanto atteso, insieme a famigliari e amici che vengono ad assistere alla proclamazione.
«Oggi (martedì 14 maggio per chi legge, ndr) viene trasmesso l’avviso di sospensione delle cerimonie di proclamazione delle lauree triennali. Né io, né i sottoscrittori di questa missiva vuole mettere in discussione la gravità degli indecenti episodi che hanno caratterizzato le precedenti sessioni di laurea. Condanniamo gli autori di questi gesti contrari al decoro istituzionale e ci auguriamo che venga adita la giustizia per reprimerli in sede civile e penale».
Tuttavia, poi si passa a criticare la scelta in questione: «Viene fatta menzione solamente delle lauree triennali, quasi a dimostrare l’inferiorità del titolo rispetto alle lauree magistrali, ammettendo quindi un sacrificio da parte nostra di una celebrazione tanto attesa e gradita. Ci pare contrario al senso di uguaglianza trattare diversamente due situazioni che sono, de facto, uguali, atteso che i festeggiamenti esistono a prescindere dalla durata del corso di studi. Apprendiamo che siate alla ricerca di mezzi alternativi per garantire un minimo di celebrazione. Chiediamo, però, che venga considerato anche il sacrificio già fatto di dover giocoforza rinunziare alla discussione della tesi di laurea e di dover redigere un elaborato in luogo di una tesi (opzione della facoltà di Giurisprudenza per chi ha una media degli esami bassa, ndr), peraltro senza applicare le medesime regole ai laureandi della magistrale, alimentando ancora di più un divario tra i due titoli».
In ogni caso, per i firmatari della lettera «nessuna soluzione potrà essere analoga alla celebrazione e sarà, quindi, l’ulteriore rinuncia che saremo costretti a fare proprio nel momento più bello di tutto il triennio». Comunque, si sono resi disponibili per un confronto che possa essere «un’occasione per risolvere l’indecenza dei festeggiamenti senza dover rinunciare tutti, per colpa di pochi».
Il commento di Azione universitaria
I membri del gruppo di Azione universitaria invece contestano il fatto che la decisione sia avvenuta esclusivamente all'interno del Senato accademico, senza che prima ci fosse un confronto tra studenti: «La discussione è stata presentata solo in sede del Senato, in cui gli studenti presenti hanno deciso di astenersi dalla votazione - si legge in una nota -. La nostra condanna nei confronti di chi non rispetta le regole è ferma. Questo non può però tradursi in un divieto assoluto di celebrare le proclamazioni».
Inoltre, per la lista studentesca «ciò che genera perplessità è il fatto che la questione è stata discussa e votata direttamente in Senato, in forza di un accordo tra governance e presidenza della Consulta studentesca, senza passare da una discussione all’interno della stessa. Abbiamo già espresso delle alternative come una maggiore vigilanza da parte delle forze dell’ordine e, nel pieno spirito collaborativo con l’Ateneo, auspichiamo vengano prese in considerazione».
L'intervento del consigliere regionale Schiavi
A intervenire sulla vicenda è stato anche il consigliere regionale Schiavi, che ha preso contatto con Cavalieri per cercare di trovare delle soluzioni che permettano di festeggiare un traguardo importante per gli studenti, senza però permettere fatti incresciosi: «Dopo le numerose sollecitazioni ricevute dagli studenti dell’università di Bergamo, mi sono confrontato con il rettore, a cui ho comunicato la mia totale disponibilità nel tentare di trovare soluzioni condivise con tutte le istituzioni, a partire da quelle cittadine», ha dichiarato l'esponente di Fratelli d'Italia.
«Ritengo importante - ha concluso - che coloro i quali compiano azioni contro la legge e i regolamenti universitari vengano puniti, ma che allo stesso tempo si trovi il modo di garantire agli studenti che giungono a un risultato importante di poter celebrare e festeggiare il traguardo della laurea».
Il rettore ha fatto bene. Davanti all'inciviltà degli studenti bisogna solo chiudere tutto. Dicono: "non ci hanno interpellati". Ridicoli, sono incivili e basta. Del resto chi hanno interpellato gli studenti per la manifestazione di intolleranza contro Israele, che stanno facendo con le tende?