Intervista

Nicole Pulcini, orgoglio bergamasco nella pallavolo che conta d’Europa

Nicole Pulcini, orgoglio bergamasco nella pallavolo che conta d’Europa
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In campo pallavolistico, la presenza di Bergamo in Europa, almeno a livello di club, manca da un po’. L’ultima partecipazione europea è infatti quella della Foppapedretti Bergamo che, nella stagione 2011/2012, prese parte alla prima fase della Champions League e alla seconda fase della Cev Cup. Da quel giorno, Bergamo ha perso rappresentanti nel continente. Di tanto in tanto, però, è toccato a qualche atleta della nostra provincia portare alto il vessillo orobico, e quest’anno è il turno di Nicole Pulcini, schiacciatrice classe 1996 di Scanzorosciate che da questa stagione è la capitana del Volley Lugano, sodalizio svizzero che prende parte alla Challenge Cup.

 

 

Come ci si sente a rappresentare Bergamo in Europa?

«Fino all’anno scorso c’era anche Laura Zini, ma quest’anno ha fatto una scelta diversa e sono rimasta la sola bergamasca. Sinceramente è un emozione che non pensavo di vivere, perché sin da piccola ci pensi, guardi le giocatrici più grandi e lo sogni, ma non avrei mai pensato di farcela. Non me l’aspettavo, fino all’ultimo non eravamo sicure di prender parte alla Challenge, ma quando me l’hanno confermato non mi è sembrato vero. Per me è un grande orgoglio e per di più da quest’anno sono la capitana. Sono veramente contentissima».

Come si trova in questo nuovo ruolo?

«Bene, anche se per me è il primo anno da capitana. Ma siamo una squadra molto responsabile e quando c’è da tirare le orecchie, si tirano  È un ruolo bello, io sono sempre stata grintosa e cerco di spronare anche le mie compagne».

Che obiettivi avete?

«L’anno scorso abbiamo concluso al quinto posto, ma qui ci si pone step graduali. Quando sono arrivata militavamo in B e abbiamo fatto il salto di categoria. Ci si pone sempre obiettivi alla portata cercando di non fare mai il passo più lungo della gamba. Quest’anno puntiamo ad andare avanti il più possibile in Europa e a ripeterci in Svizzera».

Come è il gruppo?

«È una squadra abbastanza giovane con la presenza di due austriache, una ceca che in questo momento è ferma ai box e una canadese».

Anche lei è straniera.

«Vero, ma io a livello pallavolistico vengo considerata una svizzera perché ho militato qui per tre stagioni da Under 23».

Che differenze ha trovato rispetto all’Italia?

«A livello di pubblico, qui ce n’è meno, ma dipende anche da dove si va a giocare. In Svizzera si parla molto di hockey. Poi un’altra differenza è che qui ci sono tre-quattro roster forti, poi c’è uno stacco netto con le altre».

 

 

Come è nata la sua passione per la pallavolo?

«Quasi per caso. Come spesso accade quando si è piccoli, si fanno determinate cose perché le fanno le compagne di scuola, poi ti ritrovi ad avere Atanas Malinov come allenatore (colui che fece il grande Slam con la Foppa e che l’anno scorso ha vinto lo Scudetto U16 con il Lemen Volley, ndr) e ti innamori di questo sport. Ho iniziato con lui a Scanzo, facevo due allenamenti al giorno e lo imploravo affinché mi allenasse di più. Poi sono entrata nel settore giovanile della Foppa, con cui ho fatto fino all’U18-Serie B1e poi mi sono trasferita qui».

Come è stato vivere lontano da casa sin dalla giovane età?

«Soffro un po’ la lontananza, anche se in un’oretta sono a casa. Sono patriottica e mi piace Bergamo, ma qui mi trattano bene e si è creato rapporto di fiducia che mi ha spinto a rimanere».

Tornerà in Italia? 

«La voglia c’è, a fine stagione ci penso sempre, ma molto dipende anche dalle proposte che mi vengono fatte».

Parallelamente all’attività pallavolistica, ha fatto altro?

«Mi sono laureata in Operatore giuridico d’impresa e mi sono iscritta all’ultimo biennio per concludere Giurisprudenza».

Curiosità: c’è qualche motivo per cui indossa sempre il numero 5?

«Nacque per scherzo quando ero piccola. Un anno giocai con Ofelia (Malinov, ndr) e ci dicemmo che quando avremmo cambiato squadra, avremmo sempre scelto il 5».

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