Alla scoperta dello sport virtuale: introduzione agli e-sports
Per ogni tipologia di videogame vengono organizzati tornei appositi, partendo da quelli sportivi per giochi come FIFA o PES, per arrivare ai MOBA (Multiplayer Online Battle Arena) dedicati principalmente ai giochi tipo League of Legends
Gli eSport (o Electronic Sports) riguardano competizioni fra videogamer organizzate a livello professionistico. Questo significa, quindi, che esistono persone che hanno fatto dei videogame la propria professione. Per ogni tipologia di videogame vengono organizzati tornei appositi, partendo da quelli sportivi per giochi come FIFA o PES, per arrivare ai MOBA (Multiplayer Online Battle Arena) dedicati principalmente ai giochi tipo League of Legends.
Fino a qualche anno fa, la categoria degli eSports era nota perlopiù agli appassionati di videogame. Oggi, invece, il trend è cresciuto esponenzialmente, come il numero delle persone che non solo conosce gli eSports o vi scommette su (come spiegato su questa pagina), ma che vi partecipa, merito anche del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) che ha dichiarato un’apertura nei confronti di queste competizioni.
Il business che si cela dietro il mondo dei videogame competitivi fa numeri da capogiro: solo nel 2020 il mercato degli eSports ha visto superare il miliardo e mezzo di dollari. Le competizioni a cui partecipano i videogamer professionisti, i quali perlopiù sono ragazzi giovanissimi, mettono in palio premi da milioni di dollari. Nella maggior parte dei casi, ogni videogamer appartiene a una squadra all'interno della quale vi sono altri professionisti dello stesso livello.
Gli eSport di maggiore successo comprendono diverse categorie di gioco: strategici, sportivi, sparatutto. Più una di queste categorie viene seguita e maggiore sarà il supporto da coloro che organizzano i tornei. La maggior parte delle volte, questi tornei vengono giocati in un anno al termine del quale viene organizzato un importante evento finale.
Gli eSport più praticati
Anche se gli eSport praticati sono molti, alcuni di essi sono più seguiti di altri. Primo fra tutti Player Unknown Battlegrounds, noto ai più come PUBG. Lanciato nel 2017, PUBG è un videogioco di sopravvivenza e lo scopo finale di ogni giocatore è di sopravvivere per ultimo fino alla fine del match. Dopo pochi mesi dal suo lancio, PUBG contava ben 3 milioni di utenti connessi.
Un altro gioco che ha numeri da capogiro in termini di giocatori connessi è League of Legends. Lanciato nel mondo dei videogame dodici anni fa, riscontrò sin da subito enorme successo. Lo scopo del gioco è, per ogni team, combattere per distruggere il Nexus; la squadra che lo distrugge per prima, vince. La trama avvincente di questo videogioco ha dato vita a numerose competizioni professionistiche con montepremi da milioni di euro.
Negli ultimi anni uno dei giochi che è entrato a fare parte degli e-Sport più praticati è Fortnite. Lanciato appena 4 anni fa, ha raggiunto un tal successo che dopo pochi mesi è stata pubblicata anche la versione compatibile con i sistemi iOs e Android. Lo scopo del gioco è duplice: costruire edifici per mettere in salvo gli esseri umani dall'invasione aliena e combattere contro altri giocatori (reali) cercando di restare in vita fino alla fine della partita. Ad oggi, le competizioni di Fortnite hanno fruttato ben 10 milioni di dollari; si tratta di una cifra da capogiro se si tiene in considerazione la giovane età del videogioco.
Gli eSports in Italia
Sebbene in Italia non vi sia la cultura del videogioco sportivo come in altri paesi (specie l'America), il numero delle persone che si appassiona sempre di più a questo settore è in costante crescita. Secondo alcuni calcoli, ad oggi, un milione e mezzo di persone seguono amatorialmente gli eSports e il 33% di questi partecipa quotidianamente a competizioni. Nell'ultimo anno, il pubblico degli eSports è cresciuto circa del 22%; il 58% è composto da uomini; la restante parte, dalle donne.
Il tempo che gli spettatori dedicano agli eSports mediamente è pari a 6 ore e mezza; solo il 18% delle persone dedica più di 5 ore a settimana.
Stando alle percentuali, il numero di persone che segue gli eSports predilige la PlayStation; infatti PlayStation Plus risulta essere l'abbonamento al multiplayer più utilizzato dagli amanti dei videogiochi (45%); al secondo posto invece c'è la versione di Twitch a pagamento (Prime, con il 28% di abbonati) e infine Nintendo Switch Online (21%).
Pur essendo la PlayStation la consolle più utilizzata dagli italiani, il PC rimane comunque il più utilizzato dai videogamer per quanto riguarda le competizioni professionistiche.
Per quanto riguarda invece l'aspetto economico, anche in Italia gli eSport creano giri d'affari per diversi milioni di euro. Secondo alcuni dati, sono sempre di più le persone che sono disposte a sborsare del denaro per effettuare acquisti riguardanti contenuti premium; invece, meno del 20% si dichiara contrario e preferisce non spendere denaro nell'acquisto di contenuti competitivi.
e-Sport e personalità
Secondo alcune ricerche, mettersi in gioco in competizioni simili è positivo per le proprie abilità cognitive; è stato infatti appurato che giocare ai videogame incrementi alcune potenzialità individuali, poiché si sottopone il proprio cervello a funzioni che non si è soliti svolgere nella vita quotidiana o che si svolgono in rare occasioni. L'abilità principale utilizzata durante le competizioni degli eSport riguarda il mantenimento del focus: ogni giocatore deve controllare tutto ciò che accade all'interno dello schermo facendo attenzione che non gli sfugga niente.
Un'altra abilità pilastro per ogni giocatore è la pianificazione: il giocatore deve essere abile a creare una strategia vincente e questo comporta un enorme sforzo per il cervello, il quale deve elaborare una serie di dati senza tralasciare nulla.
Infine, un buon gamer professionista sa molto bene che per vincere deve focalizzare la propria attenzione su un unico oggetto, trascurando tutto ciò che è irrilevante e che può essere fonte di distrazione.