Federico Mari, operaio alla Lovato

Correrà sei grandi maratone per una promessa fatta al nonno prima che morisse

Vuole completare la Abbott World Marathon Majors che raccoglie le più note e importanti gare al mondo. Prima tappa: Berlino il 26 settembre

Correrà sei grandi maratone per una promessa fatta al nonno prima che morisse
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di Onofrio Zirafi

Correre per inseguire un sogno, ma soprattutto una promessa. Parliamo del bergamasco Federico Mari, 30 anni da compiere fra pochissimi giorni, operaio della Lovato Electric di Gorle con il pallino della corsa (con indosso la canotta biancoblu dei Runners Bergamo) e del basket (soprattutto nelle vesti di coach; dopo un lungo passato in Excelsior e Blu Orobica, e tre anni di assenza dai parquet, è ora assistente di coach Bonaita alla Cral Dalmine in Serie D). Nel mirino di Mari c’è infatti la cosiddetta Abbott World Marathon Majors, una serie composta da sei delle più grandi e famose maratone del mondo: Tokyo, Boston, Londra, Berlino, Chicago e New York City.

Il perché lo spiega proprio il diretto interessato: «Dietro questa storia, questa mia forte volontà di realizzare un’impresa, c’è una promessa fatta a una persona cara ahimè venuta a mancare nel momento di massimo picco del Covid; una persona che per mesi non ho potuto vedere poiché in ospedale, e che poi purtroppo è deceduta, senza nemmeno la possibilità da parte mia di partecipare al suo funerale. Questa persona è mio nonno che, non ha fatto in tempo a vedermi protagonista in nessuna di queste maratone; ha soltanto assistito a due mie mezze maratone svolte in precedenza».

Mari continua: «Fra meno di un mese volerò in Germania per partecipare a quella di Berlino, la prima tappa di questo mio percorso (è in programma il 26 settembre, ndr). Ma l’obbiettivo non è soltanto quello di arrivare in fondo ai 42 chilometri previsti da ogni competizione, bensì quello di gareggiare anche con un tempo competitivo rispetto alle mie capacità e potenzialità. L’idea è quella di correrne una, massimo due, all’anno, così da prepararle e recuperare al meglio».

Ovviamente parliamo di un percorso di avvicinamento tutt’altro che soft o scevro di difficoltà: «Da circa sette mesi mi preparo sotto la guida di Luigi Ferraris (titolare dello store “Ready To Run” di Torre Boldone, ndr); mi alleno cinque volte a settimana, riposando soltanto il martedì e il sabato, e curando per quanto possibile l’alimentazione. È ovviamente cardinale in questo progetto il sacrificio, la necessità di spendere tanto tempo ed energie, con costanza e senza ripensamenti, verso una direzione. Da non sottovalutare anche l’aspetto economico: a queste kermesse si può infatti partecipare solo tramite agenzie, e ovviamente gareggiare e pernottare fuori dall’Italia ha dei costi non da poco. Tanti mi danno del pazzo, o dell’invasato, eppure sento che la consapevolezza di potercela fare, unita a una forte spinta volitiva, crescono in me giorno dopo giorno, allenamento dopo allenamento».

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