La spadista bergamasca Mariaclotilde Adosini, una campionessa di correttezza
Non ha accettato di vincere per un errore arbitrale: decide di ripetere l’assalto e perde. «Giusto così»
Una medaglia d’oro per l’onestà. Si può vincere anche perdendo, se a prevalere è un gesto come quello compiuto da Mariaclotilde Adosini, 18enne della Polisportiva Scherma Bergamo, durante la prova di Coppa del Mondo under 20 di spada del fine settimana.
L’atleta si è resa protagonista di un episodio di grande valore umano e sportivo. A Beauvais, in Francia, aveva inizialmente vinto contro la transalpina Juliette Baudinot con il punteggio di 15 a 14 anche grazie a una svista dell'arbitro, che nella fase cruciale del match aveva assegnato all'azzurra due stoccate anziché una.
Ormai era fatta, il match vinto. Poi, però, davanti al ricorso dei francesi la direzione del torneo aveva preso atto del’'errore, richiamando Mariaclotilde e confermandole che, come da regolamento, il risultato era acquisito e non si poteva più tornare indietro. Ma l'azzurrina ha rinunciato alla vittoria acquisita che l'avrebbe proiettata alla fase successiva. Duello ripetuto e poi perso, ricevendo in cambio l'abbraccio della nuova vincitrice.
«Perché è giusto così - dirà lei -, il risultato non conta. Ho solo fatto quello che la scherma mi ha insegnato». Lezione di stile, di fair play da parte di una giovane spadista che vive lo sport nell'accezione più vera. «La natura di questa scelta è dovuta agli insegnamenti ricevuti dalla mia famiglia, dalla mia sala scherma e in particolare dal mio maestro Francesco Calabrese», ha aggiunto. Standing ovation.