Polisportiva Villese: radici fra fiume e collina, ma corrono ovunque
Intorno a un presidente e ad altri appassionati di corsa, a Villa di Serio, si è formato un gruppo che aveva voglia di fare tante cose diverse
Di Marco Oldrati
Un tempo le polisportive avevano la sezione calcio, il ping-pong, qualcuno aveva il ciclismo e la pallavolo per le ragazze. Erano “emanazioni” degli oratori o pensieri di qualche assessore allo sport che era riuscito a mettere insieme il campo per zoegà a balù… la corsa che poteva rientrare in questo mondo si chiamava corsa campestre ed era una pratica per titani del fango, ancor più stoici dei frequentatori delle tapasciate, gente che aveva come riferimento la mitica Cinque Mulini.
Poi è arrivata un’epoca differente e le polisportive hanno ampliato il loro bacino d’utenza: non più solo i bambini e pochi adulti, ma ambienti in cui tutti possono trovare “trasversalmente” e indipendentemente dall’età un modo per praticare il proprio sport preferito. E a Villa di Serio è arrivato anche Roberto, un presidente corridore che ha voluto iniettare un po’ di amore per la corsa e per il territorio in un mondo che “usava” la corsa solo come allenamento.
E cosa è successo? Niente di particolare o forse molto di bello e comune a tante altre storie, ma che si è connotato con il più ricco dei bacini di coltura che possiamo immaginare. Intorno a un presidente e ad altri appassionati di corsa si è formato un gruppo che aveva voglia di fare tante cose diverse, le tapasciate, le corse brevi e lunghe su strada, i trail, le sky race. E si sono disseminati per le strade e i sentieri con le loro magliette arancioni, visibili a distanza ed “energetiche” nella loro fluorescenza, rincorrendosi fra atleti top e semplici corridori (compreso mio cugino, la “spia” che mi informa sulle loro mosse e delle loro iniziative).
Ma l’idea di correre dal Passatore alla Lavaredo Trail, dalle maratone agli allenamenti in pista con il loro trainer Andrea Begnis non è stata sufficiente per Roberto e i suoi sessanta “soci”, è subentrata quasi immediatamente la voglia di fare qualcosa di più ampio, che desse il senso della condivisione che è nel Dna di chi corre.
È nata così una corsa particolare, se non altro per il nome (ma non solo): Il Fiume e la Collina è una tapasciata che sa di vino buono, di boschi di castagni, di sguardi sul fiume e di cascine in mezzo ai colli della Tribulina, un percorso che è degno della definizione di turistico perché visita angoli dei colli appena sopra Villa difficili da vedere passando per le strade di transito. Compresa una “ascensione” mistica finale alle Tre Croci del Monte Bastia, salendo (fra le imprecazioni più colorite) per una gradinata fatta di vecchi listelli ferroviari di legno massiccio dell’altezza di una trentina di centimetri! Ma un premio c’è, arrivati in cima: lo spettacolo di sentirsi padroni di una pianura che spazia lontano ma che innanzitutto permette di guardare Città Alta da una distanza diversa e scoprirne la forma, ma anche di guardare tutto il resto dei colli circostanti come dei dominatori.
E in questo percorso, così come nel nome sta un amore e un riconoscimento della bellezza di un territorio davvero intrigante, con sentieri che si staccano dietro ogni piccola ansa delle colline e si intrecciano fra castagni, roveti, fragole e mirtilli, lepri e volpi, cacciatori ed escursionisti o semplici “passeggiatori”, che uscendo dalla porta di casa percorrono con calma e nel silenzio le coste dell’ultimo rilievo della catena che parte dal Farno e proprio qui si smorza sopra Villa. Roberto e i volontari hanno messo in luce e hanno dato a chi voleva scoprirla la chance di conoscere un lato della collina meno “famoso”, ma altrettanto bello quanto quelli più noti delle zone di Torre de’ Roveri o di Cenate.
Ma è nello spirito di chi corre non accontentarsi e così dalle fervide menti, mani e gambe del gruppo dei runner della Villese è nata anche la Monte Misma Xmas Trail, una vera competizione che porta gli atleti dal fiume alla montagna attraversando la collina, una gara “come si deve” per gente che ha voglia di sudare in salita. Sudare, sì, anche se la gara – come dice il nome stesso – si svolge in un’epoca di freddo, a ridosso del Natale, l’8 dicembre, all’apertura del periodo delle feste e alla conclusione della stagione delle corse. E questo la fa diventare un’occasione in cui scambiarsi gli auguri per l’anno nuovo. E dove si può festeggiare se non sulla cima che fa un po’ da torre di guardia della bassa Val Seriana e dell’intero circolo di colline da Trescore a Pradalunga?
Una scelta, quella della data, che segnala ancora una volta la voglia di stare insieme, di concepire lo sport e la corsa in particolare come una fatica, ma anche come una festa, un momento per stare in compagnia, per salutarsi dopo mesi di allenamenti e competizioni, per farsi gli auguri e sperare di rivedersi dopo pochi giorni di nuovo sui sentieri, sulla ciclabile, in pista a fare nuovi progetti per l’anno a venire, progetti individuali e progetti di gruppo.
Già, perché come le strade per correre sono infinite anche le idee di che cosa fare per correre non si fermano mai. Il gruppo che si muove con tanta determinazione e con tanta passione sui percorsi del running è pronto a inventare nuove sfide per il futuro, per divertirsi e far divertire chi ama questo sport e questa terra. E – con un pizzico di curiosità – siamo qui ad aspettare che cosa ci proporranno.