Scherma

Valentina Vezzali alla Biblioteca dello Sport: «Mai cullarsi nell’autocompiacimento»

La pluricampionessa olimpica si è raccontata a 360 gradi a Seriate: dai successi sportivi alla famiglia, passando per la carriera politica

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Il titolo del libro che le ha dedicato il giornalista bergamasco Paolo Marabini, “La regina del fioretto”, è perfetto. Ma Valentina Vezzali, che sabato 13 maggio è stata ospite della Biblioteca dello Sport “Nerio Marabini” di Seriate, è anche di più: nessuna atleta italiana ha vinto tanto quanto lei.

Per 500 settimane è stata la numero uno del ranking mondiale. Cinque le olimpiadi a cui ha partecipato, da Atlanta 1996 a Londra 2012: solo nel Regno Unito, dov’era portabandiera dell’Italia, si è dovuta fermare al bronzo. Sei gli ori totali.

La Vezzali si è raccontata a 360 gradi, dai successi sportivi alla famiglia, passando per la carriera politica. Alla fine si è fermata per firmare le copie del libro e posare per i selfie con i fan. È sempre stata una vincente nello spirito: soprannominata “cobra”, ha spiegato la sua filosofia fatta di uno sguardo costantemente posato oltre l’orizzonte, mai sazio.

Commovente il ricordo del maestro Ezio Triccoli, che ha elaborato un nuovo stile di scherma usando le canne di bambù, in un campo di concentramento durante la seconda guerra mondiale. Dalla sua scuola di Jesi sono nate tante campionesse olimpiche, tra cui anche la Vezzali.

Valentina fin da piccola non accettava di concedere nemmeno un punto. Una fame di vittoria che ha portato Marabini a paragonarla a Eddy Merckx, forse il più forte ciclista di sempre, noto per non aver mai concesso nulla gli avversari. Fioccano gli aneddoti in cui ha dato segni di insoddisfazione per aver perso due o tre punti in una gara che stava vincendo con un ampio margine.

Valentina Vezzali ha saputo però cimentarsi, con coraggio, anche in campi in cui non ha ben figurato: a “Ballando con le stelle”, nel 2008, «sono stata un disastro – ha ammesso - ma mi sono divertita. Ora mi piacerebbe fare “Pechino Express” con mio figlio Pietro, invece». E quando vuole una cosa, di solito la ottiene.

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