di Bruno Silini
Vedere “pedalare” un sindaco è sempre un qualcosa che regala una particolare soddisfazione a un cittadino normale; vederne una decina tutti insieme (affiancati da assessori e consiglieri) in sella a una bici, porta beatamente a lasciarsi andare in un sospiro liberatorio dei tanti pregiudizi che confinano la classe amministrativa nel limbo di un’indolenza gattopardesca.
Certo, nel caso specifico, ovvero l’inaugurazione del grande anello della ciclovia dei Colli e del Brembo, le biciclette erano a pedalata assistita, l’andatura blanda e conviviale non certo da scafati passisti, però sotto la vampa tardo estiva di un sabato settembrino, rutilanti perle di sudore brillavano in fronte a ognuno di loro, tranne chi (pochissimi casi in verità) ha scelto la comodità di un tuk tuk a trazione elettrica e il brivido (al ritorno) di una inversione di marcia nello stretto spazio del tratturo ghiaioso vicino alla scarpata del Brembo.

Tutti comunque felici, sorridenti e animati dall’ansia istituzionale di tagliare il nastro tricolore a un itinerario cicloturistico di quasi 50 chilometri (più un’altra trentina di varianti e collegamenti interni) che tocca sette Comuni del Parco dei Colli (Almé, Mozzo, Paladina, Ponteranica, Sorisole, Valbrembo e Villa d’Almè) più Curno che di fatto è il capofila del progetto.
La ciclovia unisce paesaggi naturali a luoghi di grande valore storico, artistico e culturale. Il percorso si sviluppa in un ambiente prevalentemente verde, ma resta sempre vicino ai centri abitati, dove i ciclisti possono riprendere fiato approfittando di occasioni enogastronomiche con degustazioni a chilometro zero.
Avendo gambe che reggono e riserve idriche nello zaino, in una giornata, partendo da Curno e costeggiando il fiume (zona Isolotto al confine con Ponte San Pietro), è possibile godersi un circuito che (…)