Colori e profumi autunnali della Val Sanguigno, dove la natura è ancora selvaggia
Grazie a particolari condizioni, ma anche per via della quasi nulla presenza dell'uomo, qui si è sviluppato un particolare habitat
di Angelo Corna
Ci sono colori e profumi che caratterizzano, durante la stagione autunnale, le bellezze della Val Sanguigno. La valle è percorsa dall'omonimo torrente che, raccogliendo i numerosi rigagnoli presenti nella zona, crea pozze, forre e cascate, rendendo il paesaggio magico e fiabesco.
Grazie a particolari condizioni ecologiche, ma anche per via della quasi nulla presenza dell'uomo, nella valle si è sviluppato un particolare habitat in cui hanno trovato spazio numerose specie vegetali e animali, tra cui l'aquila, il capriolo, il camoscio, l'ermellino, ma soprattutto il coleottero denominato Ubychia leonhardi Reitter e il sempreverde Lycopodiella inundata, entrambi endemici.
Il percorso più breve parte dall’abitato di Valgoglio, in prossimità della centrale idroelettrica di Aviasco (è necessario munirsi di ticket per il parcheggio presso l’erogatrice automatica nei pressi del Comune di Valgoglio).
Il primo tratto, marchiato dal segnavia Cai 232, è anche conosciuto come Sentiero dell’Alto Serio e prosegue fin da subito in leggera salita, costeggiando il vicino torrente. Sono proprio i faggi presenti in questo tratto del percorso che danno il nome alla valle: con l’arrivo dell’autunno si colorano di tinte gialle e arancioni, regalando alla zona l’appellativo di Valle Sanguigno.
Il tracciato ci porta a toccare il bellissimo Rifugio Gianpace in circa un’ora di cammino. Posto su di un poggio erboso a metri 1.331 è gestito da Osvaldo Seghezzi, presidente dell’associazione Amici di Andreino e Gianpace. Il rifugio dispone di 22 posti letto, 18 in camerata e 4 in camera separata. Per contattare il suo gestore e per eventuali prenotazioni è possibile chiamare il numero 347.2191628.
La valle può essere percorsa in tutta la sua lunghezza anche con partenza dal piccolo e caratteristico borgo di Novazza, in prossimità delle omonime miniere. Dopo un breve tratto in falsopiano, si sale inoltrandosi nella faggeta, costeggiando i vari “ral” segnalati con appositi cartelli in legno infissi nei tronchi degli alberi. Il tracciato inizia a salire più ripido fiancheggiando il torrente, che in questo punto crea giochi d’acqua e bellissime cascatelle…