L'escursione consigliata

Fino alla vetta (anzi, le vette) del monte Masoni, che nasconde crinali erbosi e pascoli bellissimi

Si trova in alta Val Brembana, lungo il tracciato che conduce ai rifugi Longo e Calvi. Un massiccio di notevoli dimensioni: tocca i 2.663 metri di altezza

Fino alla vetta (anzi, le vette) del monte Masoni, che nasconde crinali erbosi e pascoli bellissimi

di Angelo Corna

Il monte Masoni si erge in alta Val Brembana, lungo il tracciato che conduce ai rifugi Longo e Calvi. Un massiccio di notevoli dimensioni, ricco di pascoli lungo il versante sud, roccioso e frastagliato lungo il suo versante nord.

Con i suoi 2.663 metri di altezza è la montagna più alta delle Orobie Occidentali, ma, come spesso accade, viene sovente dimenticato per montagne più conosciute e blasonate. Un errore, perché tra le sue cime – due per l’esattezza, di uguale altezza – si nascondono crinali erbosi e pascoli dove si possono facilmente osservare marmotte e stambecchi.

La via più breve per raggiungere il monte Masoni si snoda dal paese Carona. Seguendo l’ampia carrareccia, marchiata dal segnavia Cai 210, raggiungiamo con pochi sforzi il borgo di Pagliari. Un sentiero segnalato, con indicazione rifugio Longo, si snoda poco dopo la frazione e permette di evitare il tratto di strada jeepabile. Tra i primi colori dell’autunno, alternando tratti nel bosco con belle vedute sull’alta Val Brembana, continuiamo lungo il percorso fino a sbucare, dopo circa un’ora di cammino, in prossimità del lago del Prato, bivio tra i rifugio Calvi e Longo.

Noi pieghiamo a sinistra in direzione di quest’ultimo, ricollegandoci alla larga mulattiera jeepabile. Superate alcune cascatelle – che scendono proprio dal monte Masoni -, troviamo, un paio di chilometri prima del rifugio, un vecchio cartello del Cai con indicazione Passo di Venina. Imbocchiamo il sentiero che sale ripido fiancheggiando la montagna lungo suoi pendii erbosi. Con non poca fatica raggiungiamo, dopo circa tre ore dalla nostra partenza, il passo e il bellissimo panorama che lo contraddistingue.

Siamo a metri 2.438, una quota già di tutto rispetto. La vista si rivela fin da subito mozzafiato: sotto di noi spicca la Val di Venina e il suo lago omonimo, mentre in lontananza si possono intravedere le Alpi Retiche.

Il sentiero continua sull’ampia cresta della montagna e, tra saliscendi e traversi mai troppo difficili, costeggiamo la vicina Cima di Venina (m. 2.624), sulla cui vetta, raggiungibile in pochi minuti, troviamo un piccolo omino di sassi…

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