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L'escursione consigliata
Il passo San Marco d'inverno: una fatica che vale la pena, visto lo spettacolare panorama
Per questa bellissima passeggiata dobbiamo raggiungere il rifugio Madonna delle Nevi, a Mezzoldo, in alta Val Brembana, dove la strada provinciale si interrompe
di Angelo Corna
La neve è tornata a coprire le montagne. Un bianco mantello attende ciaspolatori, scialpinisti e i tanti amanti del turismo invernale che trovano sulle nostre montagne itinerari bellissimi e luoghi unici, meraviglie che solo le Orobie bergamasche sanno regalare.
Il Passo di San Marco è da sempre conosciuto come punto di collegamento tra Bergamo e Sondrio. Durante l’inverno il valico chiude il suo accesso alle auto, la strada carrabile si ricopre di neve e il San Marco diventa, per quattro mesi all’anno, inaccessibile alla maggior parte delle persone. Solo i più audaci possono raggiungere questo colle, lungo un percorso sempre ben tracciato e battuto ogni giorno da escursionisti e sciatori. Una fatica che vale la pena: raggiunto il culmine, ci attende uno spettacolare panorama che spazia su tutta la Valtellina, dal Pizzo Badile fino al Cengalo. E oltre, fin dove lo sguardo può arrivare.
Per questa bellissima escursione dobbiamo raggiungere il rifugio Madonna delle Nevi, a Mezzoldo, in alta Val Brembana. La strada provinciale si interrompe proprio qua, a circa 1.250 metri di altitudine. Il percorso è comunque sempre battuto da escursionisti, ciaspolatori e dalle motoslitte che salgono ai rifugi.
Ciaspole ai piedi, ci incamminiamo all’ombra in un tratto di pineta, fino a superare i primi tornanti e sbucare al sole, presso la caratteristica località di Fraccia. Si continua con pendenza regolare toccando dapprima la Costa d’Ancogno, per poi proseguire in direzione del rifugio San Marco 2000, raggiungibile in circa un’ora e mezza di cammino. Posto a metri 1.850 di quota e di recente costruzione, la struttura è aperta durante tutti i weekend invernali, salvo avverse condizioni meteo.
Difficile resistere: famiglie e bambini possono concedersi un pausa in un ambiente caldo e confortevole, dove i profumi della cucina tipica possono indurre a una sosta molto più lunga del previsto. L’ultimo tratto del percorso può essere soggetto a piccole slavine che si staccano dalle pareti del Pizzo Segade, va valutato con attenzione e affrontato con neve ben assestata…
lo faccio sempre tra febbraio e marzo: è bellissimo e non difficile e soprattutto sempre al sole:merita!!