L'escursione consigliata

Il rifugio Grassi, ovvero il "vecchio stile" che non passa mai di moda

Questa capanna è collocata in un ambiente severo e allo stesso tempo affascinante, tra Val Brembana e Valsassina

Il rifugio Grassi, ovvero il "vecchio stile" che non passa mai di moda
Pubblicato:

di Angelo Corna

La “capanna Grassi”, come è affettuosamente chiamata dai lecchesi, è un rifugio alpino posto in posizione panoramica e assolata, a circa 2.000 metri di quota, alle pendici del Pizzo dei Tre Signori.

Il rifugio è raggiungibile sia dalla Valsassina che dalla Val Brembana e si trova su un antico sentiero di comunicazione tra le due valli. Domina l'ampio vallone, da sempre adibito a pascolo, conosciuto come Val Camisolo: qui ancora oggi si esercita l'antica pratica dell'alpeggio con la produzione del tipico Formai de Mut.

1 - Partenza
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3 - Scorci
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La nostra escursione trova partenza dal parcheggio degli impianti di Valtorta, in prossimità del bar-ristorante Trifoglio. Si segue la strada per poche centinaia di metri, quindi, seguendo l’indicazione rifugio Grassi, si piega a destra verso un gruppo di baite per poi continuare su sentiero segnato. In corrispondenza di una sella erbosa incrociamo il sentiero Cai 101 (Sentiero delle Orobie Occidentali); il percorso continua senza particolari difficolta fino al rifugio, raggiungibile in circa due ore e mezza di cammino. Un secondo itinerario si snoda dal borgo di Costa, frazione di Valtorta, mentre altri sentieri trovano partenza da Introbio (Lecco) oppure dai celebri Piani di Bobbio.

Qualunque sia la nostra scelta, al termine dell’escursione ci attende un rifugio “vecchio stile”, collocato in un ambiente severo e allo stesso tempo affascinante. Siamo ai piedi del Pizzo dei Tre Signori, al confine fra le Orobie lecchesi, le Orobie bergamasche e le Orobie valtellinesi.

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9 - Il rifugio
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10 - Il pizzo tre signori
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11 - Incontri
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Il rifugio Grassi venne costruito dai soci della Società Escursionisti Lecchese (Sel) nel 1921 per onorare i caduti nella Prima Guerra Mondiale. Come molti altri rifugi della zona, venne distrutto durante la Seconda, nell'ottobre del 1943, ma nel 1946 fu subito ricostruito e poi successivamente ristrutturato in anni più recenti.

La zona circostante presenta, in primavera e in estate, fioriture molto belle di crochi e di primule. L'escursionista, prestando attenzione, può inoltre imbattersi in marmotte, caprioli e in camosci, che numerosi popolano la zona…

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