L'escursione consigliata

La bellezza dei Laghi Gemelli, della Valle dei Frati e della Val Carisole dalla cima del Pizzo del Becco

Massiccio e imponente caratterizzato dalla presenza di ripide pareti, guglie e torrioni, dalla sua vetta offre una stupenda veduta panoramica

La bellezza dei Laghi Gemelli, della Valle dei Frati e della Val Carisole dalla cima del Pizzo del Becco

di Angelo Corna

Il Pizzo del Becco si erge a guardia della conca dei Laghi Gemelli. Massiccio e imponente, caratterizzato dalla presenza di ripide pareti, guglie e torrioni, dalla sua cima offre una veduta panoramica sui sottostanti laghi artificiali, sulla Valle dei Frati, sulla Val Carisole e sulle vette di tutto l’arco alpino orobico.

L’ultimo tratto di ascesa si snoda lungo una breve ma ripida “via ferrata”, che permette agli alpinisti di raggiungere la vetta in sicurezza. Un’avventura che non può mancare al carnet di ogni escursionista bergamasco.

Il sentiero più frequentato si snoda dal paese di Carona. Raggiunto il borgo brembano, imbocchiamo il sentiero Cai 211, che sale attraverso una ripida pineta incrociando in diversi punti la teleferica dell’Enel, per arrivare in circa un’ora e mezza di cammino al Lago Marcio. Si costeggia il bacino a sud, fino a giungere in vista del Lago delle Casere, dove si incrocia il sentiero che sale da Branzi.

Si continua in direzione nord-est fino a raggiungere i Laghi Gemelli e l’omonimo rifugio. È possibile accorciare l’escursione di circa un’ora, arrivando al rifugio Laghi Gemelli dalle Baite di Mezzeno (Roncobello) piuttosto che da Carona e seguendo il sentiero Cai 215, che attraversa il Passo di Mezzeno per poi scendere in direzione dei laghi. La capanna, aperta tutti i week-end fino a fine ottobre, è un’ottima base di appoggio per chi desidera spezzare l’escursione in due tappe.

Dal rifugio, il sentiero sale con dolce pendenza e, costeggiando la parete nord-ovest del Pizzo Farno, in circa mezz’ora di cammino ci porta in prossimità del grazioso lago Colombo (m. 2.046). Seguiamo i bolli bianco rossi del segnavia Cai 214, attraversiamo la diga lungo il suo coronamento e pieghiamo a sinistra.

L’ambiente si fa più severo e la salita più impegnativa: continuiamo tra sfasciumi e macerati, fino a raggiungere un ripido ghiaione che termina in prossimità della parete della montagna…

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