Meraviglia al rifugio Grassi, dove si ode solo il fischio delle marmotte e il sibilare del vento
Questa capanna domina un ampio vallone adibito a pascolo, dove ancora oggi si esercita l'antica pratica dell'alpeggio con la produzione del tipico "Formai de mut"

di Angelo Corna
Il rifugio Grassi si trova presso la Bocchetta di Camisolo, ai piedi del Pizzo dei Tre Signori, sul confine fra le Orobie lecchesi, le Orobie bergamasche e le Orobie valtellinesi. Domina un ampio vallone adibito a pascolo, dove ancor oggi si esercita l'antica pratica dell'alpeggio con la produzione del tipico "Formai de mut" (formaggio di monte).
Per questa escursione dobbiamo raggiungere il comune di Valtorta, in alta Val Brembana. Possiamo posteggiare l’auto in prossimità del parcheggio degli impianti, poco lontano dal bar-ristorante Trifoglio.



Zaino in spalla, imbocchiamo la strada sterrata che continua per alcune centinaia di metri, fino a incrociare l’indicazione per il rifugio Grassi. Si piega a destra verso un gruppo di baite, per poi continuare su sentiero segnato. In corrispondenza di una sella erbosa incrociamo il sentiero Cai 101 (Sentiero delle Orobie Occidentali); il percorso continua senza particolari difficoltà fino al rifugio, raggiungibile in circa due ore e mezza di cammino.
Impossibile non restare affascinati: la capanna Grassi è un rifugio “vecchio stile”, collocato in un ambiente severo e allo stesso tempo affascinante. Qui si ode solo il fischio delle marmotte e il sibilare del vento.




La struttura venne edificata dai soci della Società escursionisti lecchese (Sel) nel 1921 per onorare i caduti nella Prima Guerra Mondiale. Come molti altri rifugi della zona, venne distrutto durante la Seconda, nell'ottobre del 1943, ma nel 1946 venne subito ricostruito e poi successivamente ristrutturato in anni più recenti. La zona circostante presenta, in primavera e in estate, bellissime fioriture di crochi e di primule…