L'escursione consigliata

Un viaggio nella storia, tra antichi borghi, casolari e scorci autunnali: percorriamo la Strada Taverna

In anni lontani, questo antico tracciato ha reso possibili i collegamenti tra la bassa Val Brembana e gli importanti centri economici di Zogno, San Pellegrino e San Giovanni Bianco

Un viaggio nella storia, tra antichi borghi, casolari e scorci autunnali: percorriamo la Strada Taverna

di Angelo Corna

Si sa, non servono grandi montagne per avere magnifici panorami. Spesso i percorsi più belli si trovano dietro casa e sono alla portata di tutti, anche dei meno allenati. E, in certi casi, alcuni di questi sentieri nascondono veri pezzi di storia e racconti dimenticati. Proprio come la Strada Taverna.

In anni lontani, questo antico sentiero ha reso possibili i collegamenti tra la bassa Val Brembana e gli importanti centri economici di Zogno, San Pellegrino e San Giovanni Bianco. Questo tracciato si snoda lungo il fianco orografico sinistro della Val Brembilla, aggirandone le gole e riportando chi lo percorre all’epoca rinascimentale. Un viaggio nella storia, tra antichi borghi, casolari e scorci autunnali.

La Strada Taverna, ora marchiata dal segnavia Cai 592, parte in prossimità dei celebri Ponti di Sedrina (m. 291). Raggiunto il Ponte del Cappello (collocato a sinistra nella strada provinciale 24 della Valle Brembilla), troviamo il nostro sentiero, che risale con pendenza costante in direzione del borgo di Cà Meneghina, primo dei vari nuclei che troveremo lungo la via.

Superati i casolari raggiungiamo, dopo circa mezz’ora di cammino, gli imponenti muraglioni di Cà Marta. Queste enormi strutture restano avvolte nel mistero e rappresentano probabilmente l’elemento più mistico della strada. L’ipotesi più plausibile è che i muri costituissero le fondamenta di una fortificazione degli inizi del Quattrocento, eretta dai ghibellini brembillesi per difendere l’entrata della valle dall’avanzata dei guelfi veneti.

Superati i muraglioni, tocchiamo la contrada di Pratonuovo, con la chiesetta di San Gaetano, santo della provvidenza e, forse, protettore della Strada Taverna, vista la sua presenza anche nella parrocchiale di Catremerio e nella santella di Cà Meneghina.

Questo piccolo borgo, fino a qualche anno fa molto conosciuto, si è formato durante lo sviluppo abitativo del Settecento e per anni è stato al centro di una florida attività legata all’allevamento del baco da seta e alla tessitura dei filati sui telai. Continuiamo e, passo dopo passo, tra un pezzo di storia e l’altro, ecco apparire la contrada di Maroncella…

L’articolo completo, con tutti i percorsi e le bellezze della zona, lo potete leggere sul PrimaBergamo in edicola da venerdì 14 novembre