oltre 4 mila partecipanti

A Bergamo è iniziato il Forum nazionale della Polizia Locale: due giorni dedicati alla formazione e alle innovazioni

Alla Fiera di via Lunga la quarta edizione dell'evento italiano. Convegni, workshop e innovazioni tecnologiche sull'evoluzione del mestiere

A Bergamo è iniziato il Forum nazionale della Polizia Locale: due giorni dedicati alla formazione e alle innovazioni

Si è aperta questa mattina (mercoledì 15 ottobre), alla Fiera di Bergamo, la quarta edizione del Forum nazionale della Polizia Locale, l’appuntamento di riferimento per i Corpi e i Servizi di Polizia Locale di tutta Italia. Due giornate dedicate al confronto, alla formazione e all’aggiornamento professionale, con oltre 80 sessioni formative condotte da 100 relatori qualificati.

I numeri dell’edizione 2025, organizzata da Promoberg, testimoniano una crescita straordinaria: attesi più di 4 mila partecipanti iscritti ai corsi, quattro volte tanto rispetto al 2024, con 91 espositori provenienti da 14 regioni italiane e due Paesi esteri.

Angeloni: «Serve aggiornare la legge nazionale»

La cerimonia inaugurale nella Galleria Centrale della Fiera ha visto la partecipazione di numerose autorità, tra cui l’ad di Promoberg Davide Lenarduzzi, la comandante della polizia locale di Bergamo, Monica Porta, il comandante della polizia provinciale, Matteo Copia, il presidente della Provincia di Bergamo, Pasquale Gandolfi, l’assessore alla Sicurezza del Comune di Bergamo, Giacomo Angeloni, l’assessora regionale Claudia Maria Terzi (alle Infrastrutture e ai Trasporti), il consigliere regionale del Pd, Davide Casati, e la prorettrice con delega alla valorizzazione delle conoscenze ai rapporti con il territorio e docente dell’Università degli studi di Bergamo, Elisabetta Bani. Intervenuto anche il sottosegretario allo Sport e Giovani di Regione Lombardia, Federica Picchi, con un videomessaggio.

«L’importanza della polizia locale per il territorio, per i sindaci e gli amministratori locali è fondamentale – ha sottolineato Gandolfi -. Serve un corpo di polizia attivo che dia la possibilità di risolvere i problemi della quotidianità».

Il presidente della Provincia ha evidenziato l’urgenza di affrontare l’incidentalità stradale: «Siamo in un periodo storico, il 2025, in cui i numeri sono in netta crescita. Serve un percorso comune tra amministrazioni locali e corpi di polizia, atti di prevenzione e non solo di controllo».

Lenarduzzi ha spiegato l’importanza dell’evento: «Non è solo una fiera, ma uno strumento ogni anno sempre più utile per persone che hanno una divisa e compiti esplosi negli anni. I compiti sono cambiati, ora c’è una nuova sfida: il ruolo di cerniera stretta con i cittadini».

Poi è intervenuto l’assessore Angeloni, il quale ha lanciato un messaggio chiaro: «Negli ultimi 40 anni il ruolo è cambiato, ma la legge nazionale delle polizie locali è datata 1986. C’è assolutamente bisogno di aggiornare la legge». E ha aggiunto: «Oltre agli stand espositivi ci sono tanti corsi di formazione gratuiti. È anche un’occasione di scambio per copiare idee positive tra comandi di diverse province».

«Siamo figure di riferimento del territorio»

Monica Porta, comandante della locale di Bergamo, ha definito il Forum «un’opportunità preziosa per conoscersi e dialogare. Si dà troppo spesso per scontato il lavoro della polizia locale, che invece incide in modo profondo sulla quotidianità sociale».

Secondo Porta, l’evento permette tre cose fondamentali: «Costruire il dialogo con cittadini e istituzioni, perché la sicurezza non si impone ma si costruisce insieme. Riconoscere il ruolo della polizia locale come presidio di legalità e prossimità. Gli operatori non sono meri esecutori ma figure di riferimento del territorio e testimoni delle fragilità locali, come il tema dei senza fissa dimora. Lavorare sulla prevenzione e non solo sulla repressione. Parlare di sicurezza significa anche parlare di educazione civica e senso di appartenenza».

Matteo Copia ha definito il Forum «un incubatore di nuove idee e progetti che ci fanno crescere, unendo tradizione ed evoluzione nell’utilizzo delle tecnologie», mentre Elisabetta Bani ha evidenziato il ruolo dell’Università: «Da tempo collaboriamo con la formazione degli agenti. C’è una presenza pervasiva dell’Università di Bergamo, un’innovazione culturale e una presenza concreta per la formazione».

«La professione sta cambiando radicalmente»

Tra uno stand e l’altro, alcuni agenti hanno raccontato l’importanza dell’evento. «Vale la pena venire qua perché ci sono relatori che ci aiutano a mantenerci aggiornati. Il nostro lavoro spazia su tantissimi argomenti e le leggi sono sempre in continua variazione. Bisogna seguire anche le sentenze di Cassazione, come per esempio sul discorso dei Velox o sui problemi delle guide in stato di ebbrezza», spiega un operatore.

«La professione sta cambiando radicalmente: non è più l’operatore che attacca la bolletta gialla alla macchina e va via – racconta un agente -. Ora deve essere a 360 gradi prima un soggetto altamente empatico con la collettività e poi estremamente professionalizzato, dal commercio all’ambiente, dagli animali all’infortunistica stradale. Devi essere all’altezza di un mondo estremamente attento e che cammina velocemente».

Altri sottolineano l’aspetto pratico: «Si conoscono colleghi con cui non si potrebbe avere la possibilità di chiacchierare e avere informazioni di altri posti. I corsi di aggiornamento sono validi e poi anche conoscere le ditte che sponsorizzano il nostro vestiario, le tecniche operative, le macchine e le attrezzature».

«Non siamo formati per certe situazioni»

Tra le sessioni formative, particolare attenzione merita il corso sulla comunicazione di eventi luttuosi, un aspetto delicato del lavoro della polizia locale. Situazioni mai uguali tra loro, con difficoltà sia per l’operatore che comunica la notizia sia per chi la riceve.

«Non siamo formati per fare comunicazione di questo genere. È un evento brutto e difficile da comunicare, bisogna gestire le situazioni, i silenzi, comunicare un decesso prima che lo sappiano da altri canali come i social», spiegano i formatori.

Il corso mira a tutelare sia gli operatori che i familiari delle vittime, con particolare attenzione al supporto psicologico per chi è chiamato a gestire morti inattese, premature, evitabili o violente. Due prospettive, due mondi che si incontrano: chi riceve la notizia e chi la comunica.