Il riconoscimento

A San Pellegrino riceve il Premio Calligaris l'ex arbitro Paolo Casarin

La cerimonia sabato 19 agosto, alla presenza di varie personalità del mondo del calcio e membri dell'Associazione italiana arbitri

A San Pellegrino riceve il Premio Calligaris l'ex arbitro Paolo Casarin
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Fotografie di Gianni Gritti

Schietto e grande romantico del calcio. Questo – e molto altro, s'intende – è Paolo Casarin, 83 anni, ex arbitro di fama internazionale, attivo dal 1968 al 1988 con circa cinquecento partite all'attivo, di cui duecento in serie A. Lo hanno premiato all'hotel Bigio di San Pellegrino Terme, sabato 19 agosto, con il premio Calligaris all'Uomo di Sport e Cultura, promosso dal Comitato Angelo Quarenghi in occasione del torneo Calligaris Under 17.

Le seconda edizione del premio

Seconda edizione del riconoscimento (lo scorso anno consegnato al preparatore atletico Ferretto Ferretti) alla memoria di Alfredo Calligaris, “padre” dei preparatori atletici italiani, grande amico di San Pellegrino Terme e del Comitato Coppa Quarenghi. «Chi ha conosciuto Calligaris – ha spiegato il dottor Giampietro Salvi, presidente del Comitato –, così come chi ha conosciuto Emiliano Mondonico e Angelo Quarenghi (altri due tornei del Comitato sono dedicati a loro, ndr) è stato fortunato. Attraverso lo sport compiamo il miracolo di averli ancora qui con noi».

Alla cerimonia presenti numerose personalità del mondo dello sport, come gli ex calciatori Marino Magrin, Oscar Magoni e Antonio Obbedio, una rappresentativa di arbitri della sezione di Bergamo, tra cui il giovane arbitro Kevin Bonacina, neopromosso per dirigere le partite di serie B e A e la collega Viola Bresciani, il vice presidente dell'Associazione italiana arbitri, Alberto Zaroli, Michela Macalli, agente Fifa e grande promotrice del calcio femminile (giovedì va in scena proprio a San Pellegrino la settima edizione della Coppa Quarenghi femminile), Nicola Radici, delegato Figc di Bergamo, Clara Mondonico, figlia di Emiliano e tanti altri.

Il discorso di Casarin

«Casarin è stato ed è ancora un modellatore di arbitri, una figura che ha anticipato i tempi, un visionario – ha detto Alberto Zaroli, vicepresidente dell'Aia -. Tanti temi di cui parliamo oggi, Casarin li aveva anticipanti negli anni Novanta e continua ad essere un riferimento per noi. Lo aspettiamo come formatore, anzi, modellatore di arbitri». Poi è arrivato il momento di Casarin: «Oggi è come essere tra amici – ha spiegato –. Calligaris l'ho conosciuto al mondiale Novanta. Ho imparato da lui sotto mille aspetti tante cose e, quando ho sentito che se ne è andato, ed era tanto che non lo sentivo, ho percepito una mancanza».

Dopo aver detto che il calcio gli ha dato il giusto atteggiamento anche nel lavoro (Casarin ha lavorato in Eni e Intesa San Paolo, ndr), ha concluso: «Gli arbitri sono persone serie ed oneste. Sta nascendo un calcio dai milioni, senza le radici. È nostra responsabilità fare in modo che i ragazzi giochino, perché può essere propedeutico al successo della loro vita. Non tutti saranno grandi calciatori, ma possono diventare persone equilibrate, corrette. Persone nate dal pallone».

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