Anche a Bergamo un presidio di protesta per la morte a Milano del giovane Ramy Elgaml
Il ritrovo in Porta Nuova alle 14 di domenica 19 gennaio. Il sindacato Usb-Asia: «Le immagini dell’inseguimento della moto sulla quale viaggiava il 19enne sono terribili»
Anche a Bergamo ci sarà un presidio per la morte di Ramy Elgaml, il giovane 19enne egiziano deceduto durante un inseguimento dei carabinieri a Milano dopo che, a bordo di uno scooter guidato da un amico, non si era fermato all'alt dei militari.
Una situazione che è tutt'ora al vaglio degli inquirenti, ma che ha portato a numerose proteste violente in varie città italiane. La pubblicazione del video della dash cam degli uomini dell'Arma, con le immagini di un probabile primo contatto con il mezzo a due ruote da parte della gazzella - in precedenza sempre smentito -, corredato da alcune frasi dei carabinieri stessi, non ha certo contribuito a raffreddare gli animi e ha portato a un ulteriore scontro politico e delle opinioni.
Presidio in Porta Nuova
Scontri di piazza a parte, l'iniziativa nel capoluogo orobico, annunciata oggi (mercoledì 15 gennaio) dal sindacato Usb-Asia di Bergamo, è presentata come un presidio, una semplice manifestazione di piazza in programma per domenica 19 gennaio, alle 14, alla zuccheriera di Largo Porta Nuova. Le parole che la sigla ha usato per presentare e commentare la vicenda, tuttavia, non sono state di certo leggere. Anzi.
Parole pesanti
«Le immagini dell’inseguimento della moto sulla quale viaggiava Ramy Elgaml sono terribili, ancor di più lo sono se oltre al video si attiva l’audio e si ascoltano le parole degli agenti», scrive il sindacato in una nota.
«Ramy è morto a 19 anni, ucciso dall’urto alla fine di un inseguimento insensato, senza sapere quale fosse il capo di imputazione, senza concedere la garanzia di rimanere vivo. Ma la garanzia se la sono assicurata gli agenti che hanno condotto la caccia. Se la sono assicurata facendo cancellare ai testimoni i video che avrebbero dato immediatamente una chiara lettura dei fatti di quella sera».
L'accusa nei confronti dello Stato, dopo l'uscita del video, è quella di ammorbidire quello che viene definito «un vero e proprio assassinio», reprimendo - a parere della sigla - le proteste giovanili di queste settimane. Sotto la lente anche i commenti del viceministro Matteo Salvini, che al Tg2 Post aveva detto: «Vedere che ci sono carabinieri indagati per la tragica morte di un ragazzo mi fa male». Critiche anche per le parole del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ovvero: «Anche per loro vale la presunzione di innocenza».
Il sindacato Usb-Asia ritiene che il governo Meloni difenda carabinieri e polizia per sostenere quella che chiamano «l'Italia dei padroni, dei ricchi, degli speculatori, dei parassiti». «Senza giustizia, non ci può essere, non ci deve essere pace. Noi tifiamo per la rabbia di questi ragazzi, perché è questa che ci permette di tenere viva la possibilità che per Ramy ci sia giustizia».
Invece per le vittime dei delinquenti che quotifìdinanamente vengono rapinati/importunati/accoltellati, niente. Non sorprendiamoci poi se l' estrema destra si avvia a governare tutta l' europa
I Carabinieri e tutte le Forze dell'ordine fanno il loro dovere per garantire la sicurezza del cittadino,invece di fare tante polemiche pensiamo che se si fosse fermato all'ALT non sarebbe successo tutto sto casino,l'inseguimento è d'obbligo perchè non si sa con chi si ha a che fare,pieno sostegno a tutte le Forze dell'Ordine