Bergamo Incontra, il festival culturale che da oltre quindici anni propone occasioni di confronto e riflessione a partire dalle grandi domande dell’uomo, torna dal 17 al 19 ottobre dopo il successo dell’ultima edizione. Teatro dell’evento sarà Chrous Life, con un programma che spazia tra incontri, dibattiti, mostre e performance musicali.
Il titolo scelto per la diciottesima edizione di quest’anno è “Ciò che inferno non è”, ispirato dalla celebre espressione di Italo Calvino tratta da Le città invisibili. L’invito è a guardare il presente con uno sguardo diverso: «in un tempo attraversato da guerre e fratture sociali, il festival vuole raccontare storie e volti capaci di testimoniare che il bene resiste e continua a generare speranza anche nei luoghi più oscuri», spiegano gli organizzatori.
Il programma di Bergamo Incontra
Ad aprire la tre giorni sarà Giancarlo Cesana, medico e professore onorario di igiene dell’Università di Milano Bicocca, che introdurrà il tema centrale della manifestazione, offrendo una prima chiave di lettura del titolo scelto per quest’anno. A seguire l’incontro con l’attore Giacomo Poretti che alle ore 21.15 porterà il suo racconto intrecciando ironia e profondità.
Il palinsesto degli incontri si svilupperà attorno a quattro grandi filoni tematici. Politica e impegno civile con l’On. Elena Bonetti, don Massimo Camisasca, vescovo emerito di Reggio Emilia Guastalla e Valentina Castaldini, consigliere regionale Emilia-Romagna; fragilità e cura con Maria Luisa Galli, responsabile Residenza Sanitaria disabili Casa Amoris Laetitia, Giovanna Mangili, medico, e Maria Pia Rosani, presidente Associazione Futura e fondatrice della Onlus Fratelli Tutti.
E poi: educazione con lo scrittore e insegnante Eraldo Affinati che condividerà il palco con Francesco Fadigati, rettore della scuola “La Traccia” di Calcinate; pace e dialogo interreligioso, con fra Francesco Ielpo, custode di Terra Santa, e Davide Prosperi, presidente della Fraternità di Comunione e Liberazione.
Il percorso espositivo completerà l’esperienza culturale del Festival con tre mostre dal forte valore simbolico. La prima ripercorrerà la vicenda dei coniugi Franz e Franziska Jägertätter, che durante il nazismo seppero scegliere la libertà e la verità a costo della vita. La seconda, intitolata “Profezie per la pace”, raccoglierà storie di riconciliazione nate in contesti segnati da guerre e conflitti, invitando i visitatori a guardare il mondo con gli occhi della speranza. La terza sarà dedicata a don Antonio Seghezzi, sacerdote bergamasco morto nel campo di Dachau nel 1945.
Accanto a questi momenti di approfondimento, il Festival offrirà anche spazi dedicati all’intrattenimento con la musica dei GrooveDiggers, che animerà la serata di sabato 18 con ritmo e colore. Non mancheranno gli spazi di incontro, con il meeting point, la libreria, l’area ristoro e un’area bimbi.