Cose di casa nostra

Bergamospia (si dice, non si dice) I datteri di Salvini, che non raccoglie

Bergamospia (si dice, non si dice) I datteri di Salvini, che non raccoglie
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Che cosa si dice, che cosa si scrive, ma soprattutto cosa non si dice e non si scrive (solitamente) della nostra città. Tra sussurri e grida una raccolta indiscreta.

 

La moschea in città (non) s'ha da fare 
Dove e quando l’assessore Angeloni non lo dice

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La moschea in città va costruita, quando e dove però non si sa. Lo spiega l'assessore all'Innovazione e Semplificazione (che c'azzecca con Islam e religioni varie?) Giacomo Angeloni rispondendo al leghista Alberto Ribolla, agitato da alcune ipotesi di stampa che ipotizzavano la realizzazione dell'edificio di culto nell'ex Tastex di via Ghislandi. «A tutt'oggi il luogo dove realizzare la moschea non è all'attenzione dell'assessorato» sottolinea Angeloni. Salvo poi aggiungere: «Sono convinto che la realizzazione di una moschea sia urgente anche in un'ottica di sicurezza». Per evitare che ne nascano di abusive, e anche per «marcare le differenze tra la parte moderata delle comunità islamiche e quella più radicale, anche se quest'ultima non pare esistere in città». Forse all'assessore sfugge che l'imam integralista Zulkifal, quello arrestato due mesi fa a Zingonia, transitava anche dalla Malpensata. E che in passato un altro predicatore (pure lui arrestato) aveva lanciato i suoi sermoni infuocati in una sala concessa nientemeno che dall'amministrazione Tentorio. Ma su un punto ha ragione: la questione va affrontata. Ad esempio, individuando finalmente il posto dove costruire la moschea. Altrimenti si rischia di continuare a parlare del nulla.

 

La Hunziker da sola in spiaggia
A Tomaso tocca andare in ufficio

 

SONO IN UFFICIO!!!!!!

Posted by Tomaso Trussardi on Giovedì 25 giugno 2015

 

Estate, tempo di gossip. Qualcosa bisogna pur scrivere e allora cosa c'è di meglio che inventarsi la crisi coniugale sotto l'ombrellone. Un settimanale sbatte la Hunziker in prima pagina, bikini nerazzurro e linea invidiabile. Rigorosamente sola, però. Il titolone, a caratteri cubitali, si interroga: ma Tomaso (Trussardi) dov'è? Lui risponde a distanza, dalla sua pagina Facebook: “Sono in ufficio!!!!!” Come un impiegato qualsiasi che non può prendersi le ferie. Fioccano “mi piace”, più di 4 mila. Segno che il popolo non crede ai dissapori della bellissima coppia.

 

I datteri non piacciono a Salvini
Meglio tentarlo con la cassoeula

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Poveri profughi. Quando hanno saputo che nella palestra dormitorio di Romano sarebbe arrivato in visita un parlamentare della Repubblica, si sono organizzati per accoglierlo come si deve, con datteri e succo di frutta. Un gesto di cortesia che però non è stato raccolto dal leader padano, troppo impegnato a rilasciar dichiarazioni all'esterno, ad uso e consumo dei media. Loro, i migranti, ci sono rimasti un po' male. Perché con Salvini avrebbero voluto parlarci, scambiare qualche idea. Dicono che a volte sia utile. Peccato. Forse è stata tutta colpa dello spuntino, troppo esotico per i gusti lumbard. La prossima volta ritentino con la cassoeula.

 

“Cittadinanza per tutti”, slogan indelebile
Ad agosto festeggerà i vent'anni

Allegato 2

I lettori segnalano un anniversario da festeggiare. Ad agosto cadranno i vent'anni esatti dalla comparsa della scritta “Cittadinanza per tutti” sul muro della canonica della chiesa di San Marco, in via Locatelli. Nessuno, in due decenni, si è preso la briga di cancellarla. Meglio così, forse, perché resta un graffito attuale, che più inclusivo non si può. Slogan secco ed essenziale, in enorme anticipo sui tempi. Chissà cosa pensa l'anonimo autore quando vede alzare le barricate anti profughi. Magari nel frattempo ha cambiato idea, oppure è più che mai convinto che chiunque nasce e vive in Italia sia un italiano. Lui, già nel 1995, avrebbe risolto alla radice le questioni dell'accoglienza e dell'integrazione. Ma non è andata come avrebbe voluto e i problemi, lungi dal risolversi, sono rimasti tutti. Come la scritta sul muro, che è lì a ricordarcelo.

 

Don Camillo ne combina un’altra
Testimone di nozze dell’amico divorziato

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Guareschi non avrebbe potuto inventarsi di meglio: don Camillo (Brescianini) testimone alle nozze civili di una coppia di divorziati. Il parroco maratoneta di Cene (è andato a piedi fino a Fatima e Santiago) batte sentieri nuovi per la Chiesa, come piace a Papa Francesco. Non stupisce perciò che sabato scorso si sia presentato in municipio per assistere al fatidico sì, dalla parte dello sposo. Ha cuore e mentalità aperti, don Camillo. Non solo ai separati, ma anche agli omosessuali. Non nega a nessuno la carità di Dio, né una parola di conforto. Tanto sa che da Lassù capiranno. Ha 65 anni, ma è più moderno di molti giovani preti. Uno così sarebbe piaciuto anche a Peppone.